La riduzione degli usi competitivi dei suoli agricoli

In un mondo che consuma risorse naturali a ritmi sempre crescenti, quelle disponibili e non rinnovabili devono essere impiegate in modo efficiente al fine di soddisfare le necessità primarie (acqua, cibo ed energia) del maggior numero possibile di persone.

I suoli agricoli sono un bene limitato e prezioso e, anche  se in alcune regioni del pianeta vi sono ancora
margini per aumentare le superfici coltivate, la disponibilità di cibo è un problema prioritario nell’agenda delle grandi agenzie internazionali. I suoli sono infatti soggetti ad una crescente competizione d’uso tra settori economici differenti e sono divenuti oggetto di acquisizioni su larga scala, soprattutto in alcuni paesi in via di sviluppo, da parte di grandi compagnie o dei governi di altri paesi.

I processi di urbanizzazione, la richiesta di terre per usi non alimentari, in particolare la produzione di biocarburanti, e il degrado della fertilità dei suoli per fenomeni di inquinamento, salinizzazione, erosione o eccessivo sfruttamento causano una significativa compromissione del potenziale di produzione primaria del nostro pianeta.

 Un problema così ampio e complesso, diffuso in tante aree del pianeta, non ha soluzioni semplici ed agire sulle determinanti economiche primarie che lo causano è oggetto di dispute internazionali. In questo  contesto, la ricerca sperimenta o cerca di individuare soluzioni tese a mitigare il problema e diminuire la crescente richiesta d’uso delle terre per usi non direttamente legati alla produzione di cibo…

Vedi articolo

La primavera, Raffaello Sernesi
La primavera, Raffaello Sernesi
Autore : Nicola Colonna - ENEA, Divisione Biotecnologie e agroindustria; Vito Pignatelli - ENEA, Divisione Bioenergia, bioraffineria e chimica verde

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *