Una evasione dello spirito: andar per gallerie e mostre. Visita al Palazzo Doria Pamphili

Una evasione dello spirito: andar per gallerie e mostre. Visita al Palazzo Doria Pamphili

Andar per gallerie, andar per chiese, musei e mostre……….. E’ una “soddisfazione culturale” che dona allo spirito gioia e benessere, cancellando – come per magia – le preoccupazioni quotidiane che invadono la nostra mente lungo tutte le ore del giorno (e, spesso, anche della notte), come un tarlo continuo al quale resistiamo per il semplice fatto che ci siamo abituati.

In fondo, non è difficile andare a visitare un museo, una mostra, una galleria : basta decidersi, recarsi sul posto, acquistare un biglietto…….. Ma quanti riescono a compiere queste semplici, banali azioni ?

Per colpa di quel “tarlo” il singolo individuo non trova quasi mai la forza e l’occasione per questa felice evasione dello spirito. Fortunatamente, però, ci sono Associazioni, Organizzazioni e Agenzie che ci offrono la possibilità di vincere la schiavitù della nostra pigrizia intellettuale e il consolidato ritmo quotidiano.

Rivivo spesso le emozioni delle indimenticabili visite che – con tenacia – sono riuscito a fare e che continuano a stimolare e a favorire la costante mia esigenza della crescita delle conoscenze.

Non dimenticherò mai la interessante visita al Palazzo Doria Pamphili – nel cuore di Roma, a metà strada tra Piazza Venezia e Piazza Colonna – con un gruppo di amici, giovandoci di una guida eccezionale per cultura e capacità di comunicazione.

E’ impossibile – passando per Via del Corso – immaginare quali tesori nasconda la facciata rococò del grandioso Palazzo, costruito nel XV secolo, pervenuto ai Pamphili dopo essere stato la dimora dei Della Rovere e degli Aldobrandini. Ambienti sfarzosi, arredati con grandi specchiere con cornici dorate, mensole, divani, poltrone settecentesche, antiche statue ; volte decorate con affreschi ; tanti arazzi.

Un giardino d’inverno allieta gli appartamenti privati, nei quali è tutto un susseguirsi di busti antichi, portantine dorate, ricordi e cimeli di valore inestimabile, collezioni di ambre, avori, coralli. E tante sale di rappresentanza, una cappella privata in stile barocco, una sala da ballo, una infinità di stanze di varie dimensioni – decorate e ammobiliate, fin nei minimi dettagli – sicuramente tra le più deliziose esistenti in Roma.

La Galleria, indescrivibile, nata per volontà del più illustre dei Pamphili – Giovanni Battista, eletto al trono pontificio nel 1644, con il nome di Innocenzo X – arricchita ininterrottamente fino agli inizi del secolo XX.

Particolarmente ammirati, tra i tantissimi quadri, quelli – ovviamente – di Tiziano : “La Spagna soccorre la religione” e “Salomè” ; e del Caravaggio: la “Maddalena”, il “Riposo durante la fuga in Egitto”, “San Giovanni Battista”.

Nel terzo braccio dello storico, eccezionale palazzo, si può ammirare il tesoro più insigne della Galleria : il celebre ritratto di Innocenzo X, del Velasquez, collocato a fianco di un busto dello stesso papa, scolpito dal Bernini. Quadro e busto che – da soli – spiegano la visita delle migliaia di studiosi e turisti provenienti da tutte le latitudini.

Chi scrive non può astenersi da una notazione particolare : molti quadri, arazzi, mobili, busti sono stati acquistati con i quattrini della temuta cognata di papa Innocenzo X – la “pimpaccia” – la famosa Donna Olimpia, alla quale si deve anche la realizzazione di Villa Doria Pamphili ; notazione dovuta al particolare che la propria abitazione confina sia con il parco, sia con la strada che porta il suo nome.

Alla terribile, ma dinamica e fattiva cognata debbono dedicare un monumento di gratitudine tutti i romani che si giovano della enorme, salubre villa realizzata dall’Algardi su sua commissione ; e possono farlo sostando innanzi al pregevole quadro che lo stesso artista realizzò, collocato vicino alla porta della Sala dei Marmi, nel palazzo di Via del Corso.

Lasciarsi alle spalle una raccolta così preziosa di opere d’arte – soprattutto se ravvivata da annotazioni interessanti della guida – finisce con il produrre un sentimento di nostalgia per tutto ciò che di bello e di elevato rappresentano tanti capolavori collezionati con passione da generazioni di persona colte e raffinate.

Visite – quelle auspicate – che aiutano anche a capire che la Storia – quella con la “s” maiuscola – non è fatta soltanto di guerre e di violenza, ma è soprattutto una conquista continua del sapere, dell’arte, che ha consentito all’uomo di affinare la propria esperienza universale, dalla quale derivano, in ultima analisi, il progresso e la civiltà.

E’ alla luce di questa riflessione che bisogna saper destinare il proprio tempo libero a queste splendide opportunità di riflessione, per scoprire che in noi alberga sicuramente anche la sensibilità al “bello”, all’eternità dell’arte, alla cultura.

The Iris Garden at Giverny - Claude Monet
The Iris Garden at Giverny – Claude Monet
Autore : Nicola Santoro

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