L’eredità di Luigi Rossi
Lo scorso 16 novembre è venuto a mancare Luigi Rossi, Presidente dal 1994 al 2018 e poi Presidente emerito della FIDAF. Sicuramente un grande dolore per i suoi amici, i suoi colleghi, i suoi alunni e per tutti quanti avevano avuto la ventura di entrare in contatto con lui. Genetista agrario di statura internazionale al CNEN (poi ENEA), dirigente di alto livello dell’ENEA, apprezzato docente universitario al Campus Biomedico, appassionato comunicatore scientifico, Luigi ha certamente esercitato una profonda influenza sulla ricerca agraria, sull’innovazione del sistema agroindustriale in Italia e nel mondo, sul ruolo sociale e tecnico dei laureati in scienze agrarie e forestali.
Questa nota non intende però ripercorrere la sua vita professionale, ma si propone di mettere in evidenza alcuni degli insegnamenti che la sua opera ci ha lasciato in eredità, soffermandosi in particolare su tre aspetti: quello scientifico, quello professionale e quello umano. Iniziamo dal primo. Rossi è stato un entusiastico sostenitore dell’importanza di mantenere e accrescere la variabilità genetica per il miglioramento delle piante coltivate e – più in generale – per la vita e per l’ambiente. La strada della mutagenesi sperimentale prima ed in seguito della ibridazione interspecifica e intergenerica, intrapresa con decisione, era volta proprio a massimizzare la variabilità genetica e a trarne vantaggio scientifico e pratico, come dimostrano le varietà di triticale da lui ottenute e ancora largamente coltivate. Il lavoro teorico e pratico di genetista era completato dalla estrema accuratezza della sperimentazione agronomica, adottata per governare al meglio la eterogeneità ambientale dei campi sperimentali e per ottenere risultati affidabili e duraturi.
Per quanto riguarda gli aspetti delle professioni svolte dai laureati in Agraria e Forestali, sia degli agronomi liberi professionisti, che dei colleghi impegnati nell’amministrazione pubblica, nell’insegnamento, nell’agroindustria, nelle istituzioni finanziarie e assicurativa, ecc., il contributo offerto da Rossi è stato originale e spesso pionieristico. È il caso per esempio della promozione dello sviluppo di sistemi di progettazione, gestione e comunicazione della qualità dei prodotti agroalimentari. Il “Club della qualità”, che Rossi ha fondato e sviluppato negli anni ’90, è stato il precursore di un approccio già maturo in ambito industriale e poi ampiamente adottato anche nel sistema agroalimentare, assicurando trasparenza e simmetria informativa tra i suoi attori. I sistemi di certificazione rappresentano oggi uno dei maggiori sbocchi occupazionali per i laureati in Scienze Agrarie e Forestali. Un secondo apporto significativo ha riguardato la comunicazione: Rossi non ha solo compreso e sostenuto in più occasioni[1] la sua importanza per lo svolgimento della nostra professione, ma ha anche proposto un approccio biunivoco a quei tempi estremamente innovativo. Comunicazione scientifica e tecnica intesa quindi non come propaganda o come marketing unidirezionale, ma come dialogo e partecipazione nei processi di innovazione di attori diversi per ruolo, ma con pari dignità.
Infine l’aspetto umano. Innanzitutto un’incredibile capacità di stabilire relazioni fondendo aspetti professionali e aspetti personali, quella che oggi si potrebbe definire una grandissima capacità di networking. Legami stabiliti con persone diverse tra loro per formazione, per campo professionale, per estrazione sociale, per credo religioso e per tendenza politica, nella negazione della logica di setta o di campanile, che è spesso prevalente. La sua rete relazionale è una parte tangibile della sua eredità: facendo un rapido inventario mi sono reso conto di quanti dei miei contatti mi siano stati trasmessi da Luigi. Un patrimonio prezioso. Questo insieme di relazioni interpersonali è stato reso possibile dall’empatia di cui Luigi era dotato. La sua capacità di immedesimarsi in maniera immediata nello stato d’animo o nella situazione delle altre persone, unita a schiettezza e ironia, lo rendevano pronto a stabilire intense relazioni interpersonali con chi veniva in contatto.
L’eredità scientifica, professionale e umana di Luigi Rossi è sicuramente di grande rilievo e non è certamente circoscritta agli aspetti ricordati in questa nota. Resta comunque ferma la volontà di mettere a frutto i suoi insegnamenti per proseguire la sua opera.
[1] Vedi per esempio il suo intervento all’Assemblea Generale dei Georgofili del 2013 (pubblicati da Polistampa nel 2014).

