Siamo sempre più carnivori

Siamo sempre più carnivori

Negli ultimi 50 anni il peso della carne nella dieta umana è
aumentato enormemente, soprattutto per il contributo di Cina e
India. Restiamo una specie prevalentemente erbivora, ma per quanto?
La specie umana diventa sempre più carnivora, e lo fa a un
ritmo che rischia di diventare presto insostenibile per l’ambiente.
Anche se nella catena alimentare del pianeta rimaniamo più
vicini agli erbivori che non ai carnivori puri. Ce lo spiega lo
studio di un gruppo di ricercatori francesi guidati da Sylvain
Bonhommeau e pubblicato sulla rivista Proceedings of the National
Academy of Sciences. Lo studio ha spulciato i dati della FAO
relativi al consumo di 102 diversi tipi di cibo (tutto, dalle carni
ai latticini agli ortaggi) in 176 paesi dal 1961 al 2009. E li ha
usati per calcolare per la prima volta il livello trofico della
nostra specie. Si tratta di un concetto usato abitualmente in
ecologia per descrivere la posizione di un organismo nella catena
alimentare, ma finora mai applicato a noi stessi. In pratica il
livello trofico, che può andare da 1 a 5, è il numero
di passaggi attraverso cui l’energia del Sole (che, ricordiamolo,
è la fonte di tutta l’energia presente sul nostro pianeta)
arriva a un organismo. Le piante hanno livello trofico 1,
perché con la fotosintesi sfruttano direttamente l’energia
solare. Gli erbivori che le mangiano sono al livello 2, i predatori
che mangiano erbivori al 3, i predatori che mangiano altri
carnivori al 4, i cosiddetti super predatori (quelli che mangiano
gli altri ma non sono mangiati da nessuno) stanno al 5. Un po come
ne La Fiera dell’Est di Angelo Branduardi, insomma. Ma al livello 5,
oltre a nobili predatori come i leoni, si trovano anche i
più umili funghi, che si occupano di decomporre tutti gli
animali (leoni compresi) e di chiudere il cerchio. Se vi siete
persi, lo spiega con chiarezza questa video lezione di biologia
dedicata proprio al livello trofico. Siccome i confini non sono
così netti (molti carnivori mangiano anche piante, e alcune
piante sono carnivore) i livelli trofici non hanno necessariamente
valori interi; un animale può avere livello trofico 2,9, per
esempio, se mangia soprattutto carne ma anche un po di vegetali
ogni tanto. Insomma se è onnivoro, come siamo noi. Un
livello trofico di 2,5 vuol dire che la carne costituisce la
metà della dieta d un organismo. Bene, i ricercatori hanno
calcolato come il livello trofico degli esseri umani è
passato negli ultimi 50 anni da 2,15 a 2,21: un aumento del 3 per
cento. Può sembrare poco, ma corrisponde a un aumento enorme
del consumo di carne su scala globale. Aumento che, come mostra con
chiarezza questa grafico, è dovuto soprattutto a Cina e
India. Nel resto del mondo, il livello trofico degli umani è
rimasto più o meno costante, ma in quei due paesi che mezzo
secolo fa avevano una dieta quasi totalmente vegetariana è
schizzato verso l’alto, ed è oggi poco sotto la media
mondiale. Livello trofico medio degli esseri umani, 1960-2010 Nel
frattempo altri paesi storicamente carnivori o grandi consumatori
di pesci e latticini (come l’Islanda, la Mongolia o la Mauritania)
hanno diversificato molto le proprie diete e abbassato il livello
trofico, ma ovviamente in misura trascurabile rispetto ai due
subcontinenti. L’Islanda, per esempio, ha oggi un livello trofico di
2,57 (quindi la dieta dei suoi abitanti è composta per
metà da carne, pesce e latticini) ma ancora nel 1974 stava a
quota 2,76 (a un passo dal carnivoro puro). Livelli trofici medi
dei diversi paesi secondo i dati del 2009. Più è
scuro il colore, maggiore è la percentuale di carne e pesce
nella dieta. Il fatto che il nostro livello trofico sia sotto il 3
ci dice che rimaniamo una specie prevalentemente erbivora, ma che
stiamo rapidamente cambiando. Quanto e come lo faremo è uno
dei grandi punti interrogativi sulla futura sicurezza alimentare e
sostenibilità del nostro sistema di produzione di cibo. Noi
ne parliamo anche qui, chiedendoci se anche per i carnivori non ci
siano alternative migliori rispetto al consumo di carne bovina di
cui siamo tanto ghiotti. E in questo articolo Jonathan Foley fa
notare che proprio l’evoluzione in senso carnivoro della dieta
mondiale crea il rischio di una crisi alimentare e ambientale. Il
tema, è facile immaginarlo, sarà centrale a Expo
2015. Quanto al nostro posto nella catena alimentare del pianeta,
anche se non dobbiamo temere di essere mangiati da nessuno, siamo
ancora molto lontani dal titolo di superpredatori, che corrisponde
al livello 5 e spetta a pochi animali come leoni, coccodrilli,
squali e orche. Per la verità, spiegano i ricercatori, quel
2,21 ci mette più o meno allo stesso livello, nella catena
alimentare, dei maiali e delle acciughe.

http://www.expo.rai.it/dieta-carnivori-nature/

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Redazione Fidaf

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