Cambio climatico in città
Autore: Andrea Sonnino – Presidente della FIDAF
Non so se vi è capitato di attraversare la recentemente riqualificata piazza dei Cinquecento – quella antistante la Stazione Termini di Roma – in un’ora centrale del giorno. Sicuramente una bella impresa di resistenza umana. Gli 8 ettari pavimentati con due tipologie di pietra e calcestruzzo diventano un’enorme caldaia, appena mitigata da pochi, sparuti alberi, oltre che dai superstiti pini storici. Il rifacimento di altre piazze a Roma, come Piazza Pia o Piazza Augusto Imperatore, ha seguito più o meno la stessa strategia: pavimentazione con pietra, calcestruzzo o asfalto senza impianto di alberi, o con impianto di pochi alberi molto giovani, con chiome molto piccole. La tendenza non è recente – basti pensare al rifacimento di Piazza San Silvestro, sempre a Roma – né circoscritta alla Capitale, come testimoniano gli 8.700 mq di Piazza Cardusio a Milano. Qualcuno le ha battezzate le “isole bollenti”.
Il rifacimento delle piazze avviene nel pieno dei tempi del cambiamento climatico e del riscaldamento globale. L’argomento principe dei media di giugno e della prima parte di luglio è stato proprio il gran caldo e il disagio che esso ha comportato a tutti i cittadini. Onestamente non mi appassiona molto sapere se nel giugno 2025 la temperatura ha toccato il record storico o se altri anni hanno fatto registrare temperature superiori. Mi sembra sufficiente considerare il fatto che abbiamo tutti sofferto e tutti cercato refrigerio in rimedi dispendiosi come l’utilizzo di aria condizionata. Il prezzo che paghiamo alle ondate di calore non è solo economico e comunque molto alto: il Grantham Research Institute on Climate Change and the Environment[1] – facente capo all’Imperial College – ha stimato che la recente ondata di calore ha causato 1500 morti addizionali in 12 città Europee, di cui 317 a Milano e 164 a Roma, principalmente tra i residenti con più di 65 anni. Non solo bollette energetiche salate, grave disagio e emissioni di CO2 massimizzate, ma anche conseguenze sulla salute.
Non occorre qui elencare i benefici delle foreste urbane, che sono noti a tutti: non solo ombra, ma anche significativa riduzione della temperatura dell’aria, riduzione dell’inquinamento atmosferico, con particolare riferimento al particolato, assorbimento del rumore, cattura di anidride carbonica, per citare solo qualcuno dei tanti sevizi ecosistemici. Gli alberi quindi possono – debbono – essere utilizzati nelle strategie attive di adattamento al cambiamento climatico. A Medellin, in Colombia, per esempio, un ambizioso programma ha creato 33 “corridoi verdi”, mediante la piantagione di oltre 880.000 alberi e 200.000 altre piante, ed è riuscito a ridurre la temperatura media della città di 2-3 gradi in pochi anni, come ha recentemente documentato RAI3[2].
Programmi simili, anche se di dimensioni meno ambiziose, sono in corso di attuazione anche in alcune città italiane. Ma, allora perché non prevedere alberature adeguate anche nei progetti di riqualificazione delle piazze? A leggere le schede dei cantieri si nota che molto raramente l’opera di architetti e ingegneri è affiancata dall’assistenza di agronomi o di laureati in scienze forestali. In effetti la messa a dimora di alberi di età e di dimensioni significative è tecnicamente complessa. Bisogna infatti assicurare che le piante trapiantate possano contare su di un volume di terra sufficientemente ampio e ben arieggiato e su risorse idriche sufficienti a permettere lo sviluppo di un apparato radicale adeguato. Bisogna scegliere le specie più adatte e assicurare irrigazione e altre cure per almeno tre anni dopo la messa a dimora. Servono quindi competenze specifiche e altamente specializzate. Per esempio il progetto di Medellin citato in questo articolo si è avvalso degli esperti del locale orto botanico.
Un’alleanza tra architetti, ingegneri e agronomi/forestali può promuovere una maggiore diffusione di foreste urbane come strategia di mitigamento dell’innalzamento delle temperature nelle città e di miglioramento del benessere dei cittadini.
[1]https://www.imperial.ac.uk/media/imperial-college/grantham-institute/public/publications/institute-reports-and-analytical-notes/Climate-change-tripled-heat-related-deaths-in-early-summer-European-heatwave.pdf
[2] Presa Diretta del 27/4/2025 https://www.youtube.com/watch?v=zrz2KkZs4SI

