Transizione ecologica dei sistemi agroalimentari

Transizione ecologica dei sistemi agroalimentari

Il processo di formazione del Governo Draghi ha opportunamente portato al centro dell’attenzione pubblica la transizione ecologica. Vediamo di sviluppare questo importante concetto per quanto attiene ai sistemi agroalimentari.

Secondo il High Level Panel of Experts on Food Security and Nutrition (2014)[i], un sistema agroalimentare è considerato sostenibile se fornisce sicurezza alimentare e nutrizionale per tutti in modo che le basi economiche, sociali ed ambientali della sicurezza  alimentare e nutrizionale per le generazioni future non siano compromesse. La sostenibilità viene quindi declinata in modo integrato nelle sue tre dimensioni (economica, sociale, ambientale) e incorporata nella sua quarta dimensione, quella istituzionale. La sicurezza alimentare e nutrizionale per le generazioni presenti e future diventa quindi l’obiettivo centrale, la funzione caratterizzante del sistema agroalimentare. La transizione ecologica dei sistemi agroalimentari può essere perseguita solo se si tiene nella dovuta considerazione l’obiettivo centrale di produrre cibo qualitativamente e quantitativamente adeguato a soddisfare la domanda alimentare del genere umano. 

La Figura 1 mostra i maggiori fattori di transizione dei sistemi agroalimentari attraverso la riconfigurazione dei quattro principali assi di interrelazione che ne determinano le caratteristiche:

1. Asse ambientale: interfaccia tra sistema agroalimentare e ambiente; la transizione ecologica deve tendere a migliorare i servizi ecosistemici e la resilienza degli agroecosistemi, considerando:

a. la gestione delle risorse naturali (acqua, suolo, fertilità del terreno, biodiversità) a livello di azienda, di territorio, di paesaggio,

b. l’ottimizzazione della gestione delle risorse non rinnovabili e la riduzione dell’emissione di gas climalteranti,

c. la minimizzazione dello smaltimento dei rifiuti,

d. la riduzione di perdite e sprechi alimentari;

2. Asse socio-economico: interfaccia tra produzione e consumo; la transizione ecologica comprende:

a. il riequilibrio dei rapporti tra gli attori delle filiere agroalimentari (produttori agricoli, industria di trasformazione, distribuzione e commercio), in modo da garantire un equo reddito ai produttori agricoli e un prezzo ragionevole per i consumatori,

b. l’equità di trattamento per tutti lavoratori, compresa l’equità di genere,

c. l’equità economica e di livello di vita (educazione, assistenza, sicurezza, ecc.) per tutti gli operatori della filiera,

d. riequilibrio dei rapporti città – campagna (inurbamento, spopolamento delle aree interne, agricoltura urbana e città diffuse);

3. Asse tecnologico: interfaccia tra scienza e società; la transizione ecologica deve tendere a promuovere innovazione socialmente solida e condivisa con le seguenti finalità:

a. miglioramento dell’efficienza produttiva (intensificazione sostenibile o, con altre parole, produrre di più con meno),

b. identificazione dei compromessi più convenienti tra interessi divergenti o opposti,

c. diminuzione del gap tecnologico (tra Paesi, tra zone all’interno di ogni Paese, tra piccoli e grandi operatori, tra operatori di pianura e di montagna, ecc.);

4. Asse nutrizionale: interfaccia tra sistema agroalimentare, alimentazione, nutrizione e salute dei consumatori; la transizione ecologica deve tendere a promuovere diete sostenibili e racchiude:

a. la sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti,

b. la qualità nutrizionale degli alimenti,

c. la consapevolezza dei consumatori, che consenta di effettuare scelte informate,

d. la diversificazione delle diete.

I sistemi agroalimentari  possono quindi essere riconfigurati riprogettando la produzione, la distribuzione e il commercio di alimenti e promuovendo al contempo comportamenti di consumo responsabile, in modo da assicurare i risultati desiderati lungo tutti e i quattro gli assi.

Il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR) offre adesso grandi opportunità per la transizione ecologica del sistema agroalimentare. La FIDAF ha avanzato proposte concrete in questo senso, per esempio per la ricerca e l’innovazione, per il verde urbano, per la prevenzione del dissesto idrogeologico, per l’agricoltura 4.0, e rimane a disposizione dell’amministrazione pubblica per fornire analisi e proposte.


[i] HLPE, 2014. Food losses and waste in the context of sustainable food systems, High Level Panel of Experts on Food Security and Nutrition of the Committee on World Food Security, Rome

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Autore : Andrea Sonnino, Presidente FIDAF

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