Intervista al Presidente del CONAF e Participant Director WAA for Expo

Intervista al Presidente del CONAF e Participant Director WAA for Expo

LAssociazione mondiale degli agronomi World Association of Agronomists, attraverso CONAF, partecipa a Expo Milano 2015, come esponente della Società Civile con un proprio Padiglione che ha battezzato Fattoria Globale 2.0. Qui troveranno spazio i modelli produttivi del futuro, che non potranno prescindere dalla biodiversità e dalle colture locali perché il paesaggio agricolo contribuisce a costruire la nostra identità. La Fattoria Globale rappresenta l’unità di misura per la valutazione del benessere del Pianeta dove le diverse componenti ambientali e produttive si misurano. L’innovazione di metodo è quello di considerare il territorio del Pianeta un grande puzzle costituito da fattorie e quindi le stesse sono, con i loro comportamenti, il termometro con cui misurarne lo stato di efficienza. Da qui la necessità della realizzazione del concetto di Fattoria Lab 2.0, un laboratorio che si inserisce nei contesti territoriali e nelle aziende dove attraverso il lavoro degli agronomi si sviluppano nuovi processi, nuovi metodi e nuovi prodotti. Andrea Sisti Presidente del CONAF e Participant Director WAA for Expo, racconta in tre step l’importanza della partecipazione all’Esposizione Universale. Strumenti, obiettivi, modelli.

Perché partecipate a Expo Milano 2015?

 L’obiettivo della nostra partecipazione all’ Evento espositivo è formulare una Carta dei principi della governance (pianificazione, progettazione e monitoraggio) della “Fattoria Globale” utile per il confronto professionale e scientifico, ma soprattutto utile alle comunità locali e ai cittadini consumatori del mondo. Questo documento vuole porre alcuni limiti etici alla ricerca agronomica, esplicitando degli indicatori, che andranno periodicamente rivisti, che limitino la pressione dell’uomo sull’ambiente e misurino il livello di benessere della Terra nel corso del tempo. Naturalmente lavoreremo per vedere inclusi questi principi anche nella Carta di Milano.

 Con quali strumenti comunicherete la vostra interpretazione del Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita?

 La nostra intenzione è ricordare che il luogo dove si produce il cibo è un luogo fisico, è la terra, sono le fattorie. Con il nostro Padiglione, quindi, vogliamo mostrare l’impatto dei diversi modelli produttivi sul paesaggio, sul territorio, sulle identità locali. Saranno riproposte le diverse tipologie di farms presenti nei continenti, che andranno a comporre un puzzle. Al centro dello spazio espositivo, sarà presente il Tavolo della Democrazia: consentire l’accesso al cibo sicuro, infatti, è una precondizione allo sviluppo di forme di partecipazione e di governo democratico.

 Quale è per lei l’aspetto più interessante di Expo Milano 2015?

 E’ sicuramente quello di aver messo al centro dell’attenzione mondiale temi quali la biodiversità e il miglioramento genetico, la sostenibilità e produttività, alimentazione e scarti alimentari, cambiamenti climatici e responsabilità sociale. Tutti temi sui quali gli oltre 380 mila agronomi mondiali sono quotidianamente impegnati. Se negli anni ’50 e ’60 la rivoluzione verde, attraverso il miglioramento genetico, è riuscita ad aumentare la disponibilità di risorse, dando stabilità a molti Paesi, oggi paradossalmente sono emersi alcuni limiti di questo modello. La ricerca agronomica, quindi, grazie a Expo Milano 2015 ha una grande opportunità: quella di proporre modelli sostenibili cercando colture diverse, ma legate al territorio, in modo da garantire la disponibilità delle risorse e l’autosufficienza.

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Andrea-Sisti

Autore : Redazione FIDAF

4 pensieri su “Intervista al Presidente del CONAF e Participant Director WAA for Expo

  1. Le parole “La ricerca agronomica, quindi, grazie a Expo Milano 2015 ha una grande opportunità: quella di proporre modelli sostenibili cercando colture diverse, ma legate al territorio, in modo da garantire la disponibilità delle risorse e l’autosufficienza” sono un irrealizzabile proclama politico , più che ragionamenti di un rappresentante dii tecnici che devono giornalmente scendere nei dettagli della produzione agricola, ed affrontare le difficoltà del clima e delle burocrazie ideologizzate.

  2. Mi piace ricordare il “Decalogo” del Convegno a Palazzo della Valle. Oggi è ancora più attuale!

    “Agricoltura domani” – dieci punti di riflessione sulla ricerca e l’innovazione.
    Conaf, Confagricoltura, FIDAF, UNASA
    Roma, Palazzo della Valle, 22.11.2012

    1. La produzione agricola deve essere sostenibile e di qualità, mantenendo e aumentando la produttività attuale.
    2. Il sistema “Agricoltura” deve svolgere anche funzioni di salvaguardia delle risorse naturali ed in particolare, di terreno, acqua, risorse biologiche, agro-ecosistema. La presenza sul territorio dell’impresa agricola è la miglior garanzia contro il dissesto idrogeologico.
    3. I prodotti agricoli e alimentari devono essere economicamente sostenibili. Le attività di ricerca e innovazione devono supportare e promuovere misure e interventi in linea con le logiche della competizione e della domanda, contribuendo alla stabilizzazione dei mercati. Stimolare la formazione di start up innovative capaci di promuovere nuovi investimenti e stimoli nel contesto agroalimentare e della gestione sostenibile del territorio.
    4. La ricerca (agronomica, meccanica, genetica e chimica) è stata protagonista di uno straordinario sviluppo dell’agricoltura e della società. Ora, più che sulla intensificazione tecnologica, si dovrebbe puntare all’intensificazione e all’integrazione delle conoscenze.
    5. Il patrimonio storico e pluralista delle Istituzioni di Ricerca operanti nel sistema agroindustriale, appare oggi frammentato, scarsamente coordinato, debole nella competizione europea. Si richiede una riorganizzazione del sistema italiano della ricerca che superi il perdurare di processi di riassetto dei singoli Enti, portati avanti in modo autonomo e non coordinato e, comunque, non in linea con le raccomandazioni dell’UE.
    6. A tali fini è importante, altresì, una definizione chiara delle competenze e la loro integrazione: ricerca di base, ricerca applicata, trasferimento tecnologico, rapporti con gli operatori e gli intermediari di conoscenze dell’intero settore.
    7. Appare cruciale il coinvolgimento delle imprese e degli operatori con la logica già positivamente adottata dalle “Piattaforme Tecnologiche” e dalle reti di impresa. Con le imprese ed il mondo delle professioni va sviluppato un forte collegamento sia nella fase ascendente, di analisi e raccolta del fabbisogno di innovazione, sia in quella discendente, di diffusione e conoscenza delle innovazioni da applicare alle attività economiche.
    8. Stimolare la piena partecipazione delle imprese, degli operatori di filiera e dei professionisti alla formazione dei Partenariati Europei per l’Innovazione che possono risultare particolarmente utili per la diffusione delle innovazioni, integrando anche obiettivi e strumenti della politica agricola comunitaria (sviluppo rurale, in particolare).
    9. La riduzione delle risorse pubbliche disponibili per l’attività di ricerca è un ulteriore fattore critico. Si tratta di valorizzare al meglio le risorse disponibili e non utilizzate e di evitare inopinati “tagli” visto che l’impegno finanziario dell’Italia su questo fronte è più contenuto rispetto ai Paesi nostri competitor. Le Istituzioni di Ricerca dovranno essere competitive in Europa per acquisire i finanziamenti nei Bandi UE.
    10. Non si può tacere, infine, la carenza di una cultura dell’innovazione in agricoltura che sappia coniugare davvero tradizione e modernità. Alcuni recenti episodi – come quello che ha visto ingiustamente ridicolizzare sulla stampa nazionale importanti riviste di settore – dimostrano quanta strada ci sia ancora da fare perché l’agricoltura acquisisca, agli occhi dell’opinione pubblica e della classe intellettuale del Paese, il ruolo che giustamente merita, da millenni, per la crescita economica ed occupazionale ma, ancora di più, per il suo contributo al progresso civile ed allo sviluppo.

  3. Convengo con Luigi Rossi, nel ricordare, quell’importante documento ancora attuale. Che egli cita e di cui ci ricorda i 10 attualissimi punti.

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