Fondo AgriCat, finanziamenti e funzionamento del nuovo strumento Pac

Fondo AgriCat, finanziamenti e funzionamento del nuovo strumento Pac

È alle battute finali la fase di sperimentazione del nuovo Fondo di Mutualizzazione Nazionale per gli Eventi Catastrofali (Fondo AgriCat) che partirà con la nuova programmazione Pac 2023-2027. La data di avvio ufficiale del Fondo è il primo gennaio 2023 e si cominciano quindi a chiarire i contorni.

I primi risultati della sperimentazione 2022 e le anticipazioni su come opererà nel concreto sono stati presentati durante un evento organizzato dalla Federazione Italiana Dottori in Agraria e Forestali (Fidaf), con il patrocinio di Ismea e del Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Forestale (Masaf). Titolo dell’evento: “La gestione del rischio in agricoltura nella programmazione europea”.

Il Fondo AgriCat, istituito con la Legge 30 dicembre 2021, n. 234, punta a intervenire per coprire danni da gelo e brina, alluvione e siccità, vista anche l’offerta non sufficiente, per alcune aree e colture, di polizze assicurative. D’altra parte gli eventi estremi si sono fatti sempre più frequenti e intensi.

Il Fondo può contare, nei cinque anni della nuova programmazione Pac, su circa 1 miliardo e 268 milioni di euro, cui vanno aggiunti finanziamenti che arrivano dal Primo Pilastro Pac per 540 milioni di euro. “L’obiettivo – ha dichiarato durante l’evento Mauro Serra Bellini, dirigente del Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Forestale – è ampliare la platea di chi usa strumenti di gestione del rischio. Ad oggi su 150mila certificati assicurativi, sono circa 18mila quelli che coprono rischi catastrofali. Con il nuovo Fondo 700mila imprese saranno coperte, quelle che beneficiano dei pagamenti diretti Pac”. Va da sé che essendo un Fondo, la copertura è fino a capienza dello stesso.

Tutti gli agricoltori che percepiscono la Pac saranno quindi chiamati a contribuire al Fondo AgriCat, il meccanismo è stato spiegato chiaramente da Camillo Zaccarini Bonelli, dirigente di Ismea, Ente gestore del Fondo AgriCat tramite Agri-Cat Srl“Ogni agricoltore che a maggio 2023 presenterà la domanda unica per la Pac – ha detto – prenderà atto che una quota pari al 3% dei pagamenti diretti che dovrebbe ricevere sarà prelevata per contribuire al Fondo AgriCat. In cambio di cosa? Di una copertura di Stato per i rischi catastrofali. Resta fermo però tutto quello che già era previsto in fatto di gestione del rischio, quindi polizze agevolate, fondi, fondi mutualità danni e reddito, il sistema riassicurativo pubblico e privato”.

Il prelievo costituirà in pratica la parte privata di contribuzione al Fondo. Il 70% delle risorse arriverà invece dal Secondo Pilastro Pac, lo Sviluppo Rurale, finanziato con fondi Feasr. I criteri e le modalità di intervento del Fondo saranno stabiliti nel Piano di Gestione dei Rischi in Agricoltura per il 2023 che è in fase di elaborazione, ma nel 2022 è stata portata avanti una sperimentazione.

Con la sperimentazione e l’elaborazione dei dati, è stato possibile ipotizzare il funzionamento del Fondo AgriCat. “Abbiamo lavorato su 14 aree test da Nord a Sud nel 2022 – ha continuato Zaccarini Bonelli – e su 12 prodotti per ipotizzare come potesse funzionare il Fondo. La copertura in caso di danno da evento catastrofale è in funzione delle fasi fenologiche a rischio. Ci sono quindi date di ingresso e date di uscita dal rischio, oltre queste date il Fondo non risponde”. Fra le colture prese in esame ci sono mele, pesche, frumento, kiwi, pomodori e albicocche.

Proprio per quanto riguarda le albicocche e la zona di Ravenna, caso emblematico perché durante la primavera scorsa è stato complicatissimo riuscire a trovare una compagnia assicurativa disposta ad assicurare il raccolto in quella zona, Ismea ha fornito i risultati del test. “Posso dire che quest’anno tutte le zone del ravennate avrebbero visto l’intervento del Fondo in via risarcitoria”, ha continuato Camillo Zaccarini Bonelli. Il danno nella zona è stato infatti molto alto, soprattutto per le albicocche precoci. In particolare nella Pianura del Senio e del Lamone è arrivato al 51%. Per quanto riguarda le date di ingresso e uscita dal rischio, esiste un calendario preciso che vede, per esempio, le mele e i kiwi coperti da marzo a novembre, il pomodoro da industria da aprile a settembre, mais e pere da aprile a ottobre, le albicocche da febbraio a ottobre.

L’agricoltore che percepisce i pagamenti Pac sa di essere coperto dal Fondo per i rischi catastrofali, perché il Fondo AgriCat risponda ci sarà una procedura precisa. “Il flusso previsto è il seguente – ha detto ancora il dirigente Ismea – l’agricoltore fa denuncia del danno, c’è un’attività di conferma dell’evento e c’è una stima del danno in campo. Non andremo uno a uno in ogni azienda, come si fa in caso di copertura assicurativa. Ci sarà un danno d’area, a campione, per prodotti e per aree. Per quanto riguarda il rimborso all’agricoltore, l’obiettivo è rimborsare almeno i costi variabili di produzione delle aziende e per questo abbiamo creato un valore indice. L’idea è reintegrare la parte del ricavo aziendale che consenta all’azienda di non uscire dal mercato”.

Ismea sta creando un sistema di monitoraggio degli eventi catastrofali su tutto il territorio. “Stiamo cercando di trovare degli indicatori per determinare i danni da siccità, gelo e alluvione. Lavoriamo assieme alle compagnie assicurative. Per esempio, per Ravenna, stiamo prelevando i dati delle perizie che vanno poi georeferenziate e combinate con le perizie portate avanti direttamente dal Fondo”.

L’analisi dei dati sulle aree in sperimentazione nel 2022 è ancora da terminare, mentre la regolamentazione della Società Agri-Cat Srl, che gestisce il Fondo, sarà pronta entro fine anno. “Il 2023 sarà un anno importantissimo – ha concluso Zaccarini Bonelli di Ismea – andrà messo a punto il sistema. Io credo che stiamo mettendo a punto un nuovo strumento di politica agraria. Il Fondo AgriCat funge, in un certo senso, da reintegrazione dei pagamenti diretti che sono stati tagliati in questa programmazione. I fondi Ue sono tagliati da un lato e ridistribuiti dall’altro a chi ha realmente bisogno, a chi ha avuto il danno. In maniera quindi selettiva e utile. Fondamentale sarà l’integrazione con il sistema assicurativo, stiamo facendo tutto questo per aumentare la base degli assicurati. La sfida di questo strumento è l’integrazione con il sistema delle assicurazioni agevolate”.

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Autore : Barbara Righini - AgroNotizie (Rassegna Stampa)

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