Asparago: nuovi ibridi per la redditività delle aziende agricole

Asparago: nuovi ibridi per la redditività delle aziende agricole

La coltura dell’asparago si sta dimostrando un’ottima opportunità per aumentare, o mantenere, il reddito delle aziende agricole e la competitività sul mercato dell’Organizzazione dei Produttori, l’interesse suscitato da questa coltura di pregio ha stimolato il bisogno di ampliare sempre più il periodo di vendita dei turioni nonché la territorialità della coltivazione di questa specie. Per soddisfare tali esigenze, i nuovi ibridi devono avere una elevatissima capacità di adattamento ai vari ambienti e, quindi, essere ben tolleranti a stress biotici ed abiotici.

La coltivazione di ibridi costituiti da sole piante maschili rappresenta ancora oggi la strategia vincente per l’impianto di una asparagiaia da reddito, essendo più produttivi, più precoci, più longevi e capaci di dare un prodotto molto uniforme.

Oltre a questi, i breeder devono considerare altri importanti caratteri genetici:

– Buona dimensione dei turioni (calibro) abbinata ad una elevata omogeneità della loro pezzatura.

– Elevata capacità dei turioni a mantenere il più possibile chiuse le brattee dell’apice fino a sviluppo inoltrato (praticamente avvio tardivo dello sviluppo delle ramificazioni laterali che precedono la formazione della pianta adulta).

– Elevata capacità della pianta a tollerare stress biotici quali malattie da Puccinia, Stemphylium e, in secondo luogo, anche Fusarium.

– Elevata capacità della pianta a mantenere attiva la vegetazione annuale fino a stagione inoltrata (buona tolleranza alla senescenza autunnale).

– Predisposizione da parte delle linee parentali ( e ) a produrre possibilmente molto seme mantenendosi vitali per molti anni in un impianto.

– Possibilità di ottenere una vasta gamma di colorazioni antocianiche del turione che vanno da una totale “assenza di antociani” fino ad un “turione completamente antocianico”.

– Elevata attitudine dei turioni alla surgelazione (in particolar modo il mantenimento del colore originario del turione in seguito all’uso di questa tecnica di conservazione).

– Ottenimento di una gamma di sapori diversi del turione che vanno dall’amaro fino al completamente dolce.

Essendo l’asparago una specie dioica, la sua capacità a generare redditività passa obbligatoriamente attraverso lo sviluppo e la coltivazione di ibridi, la cui valutazione agronomica necessita di una durata minima di 5 anni.

Attraverso l’attuazione, per l’anno 2015, del tipo di operazione 16.1.01 “gruppi operativi del pei per la produttività e la sostenibilità dell’agricoltura” (focus area 2a, 4b, 4c, 5a e 5e, dgr n. 2268 del 28 dicembre 2015), la regione Emilia-Romagna ha finanziato vari progetti di sperimentazione, tra cui, in particolare, uno triennale indirizzato alla valutazione agronomica di nuovi ibridi di asparago ottenuti dall’attività di miglioramento genetico coordinato dal CRPV (Centro Ricerche Produzioni Vegetali) di Cesena.

La valutazione ha riguardato quarantacinque nuovi ibridi di asparago ottenuti da attività di miglioramento genetico, attraverso la realizzazione di prove varietali trapiantate in campo dal 2013 al 2015 presso il CREA-GB di Montanaso Lombardo (LO), valutati principalmente per cinque caratteri quantitativi: produzione commerciale di turioni, peso medio dei turioni, precocità (espressa come capacità produttiva nelle prime otto raccolte), Scarto e un indice ottenuto moltiplicando la produzione commerciale per il peso medio dei turioni (Indice Pc x Pt).

 “Produzione commerciale”: riguardo questa variabile, solo l’ibrido H886 (trapianto 2014) risulta statisticamente superiore vs tutti i commerciali e pure rispetto a tutti gli altri ibridi nuovi inseriti nella prova. AM916 (trapianto 2013), H890 (trapianto 2015), pur avendo i valori assoluti più elevati, risultano statisticamente uguali ai migliori ibridi commerciali fra cui Vittorio.

Peso medio dei turioni”: riguardo questa variabile, sono emersi gli ibridi H859, H854, H882, H879, H877, H887, H886 e AM916 (questi ultimi due risultati i più produttivi rispettivamente per i trapianti 2013 e 2014) i quali però risultano tutti statisticamente uguali ad ibridi già presenti in commercio. Emerge però il commerciale Olandese “Grolim” rispetto a tutti.

Pc x Pt Index”: Per questa variabile, ottenuta moltiplicando i risultati delle due variabili precedenti, non è ancora stata effettuata un’analisi statistica adeguata essendo stata considerata solo di recente, converrebbe quindi eseguire le analisi statistiche in modo specifico per gli ibridi più interessanti AM916, H886 ed il nuovo ibrido H890, anche se, quest’ultimo, sembra essere più al pari dell’ibrido commerciale Athos.

Produzione precoce”: per questo carattere le differenze fra gli ibridi risultano poco accentuate. Emergono statisticamente i seguenti ibridi: AM916, H872, H886, H869, H884, 193, H890, H889, H896 e 224 che emergono statisticamente assieme ai commerciali Vittorio, Giove, Marco, Vegalim, Athos e Gjnlim.

Scarto”: per effettuare dei confronti su questo parametro bisogna sempre considerare che se da un lato esiste una componente genetica porta certi ibridi a produrre più scarto rispetto ad altri, dall’altro, gli ibridi più performanti producono in generale una quantità di scarto maggiore, seppur percentualmente meno influente sulla loro produzione commerciale. Gli ibridi più promettenti per questa variabile sono, in ordine di scarto decrescente, AM916, H886, H890.

Da tali prove sono emersi tre nuovi ibridi, superiori rispetto ad un panorama varietale formato da ibridi commerciali ritenuti molto competitivi e che possono quindi esser promossi verso la successiva validazione e/o iscrizione al registro delle ortive. Complessivamente, la performance agronomica triennale del nuovo ibrido AM916 è risultata statisticamente uguale a quella del migliore ibrido commerciale usato come controllo (Vittorio). L’ibrido denominato H886 è risultato statisticamente superiore rispetto a tutti i controlli commerciali oltre che verso gli altri nuovi ibridi presenti nella prova, mentre il nuovo ibrido H890 per ora è risultato indicativamente molto valido.

Iniziativa realizzata nell’ambito Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 – Tipo di operazione 16.1.01 – Gruppi
operativi del partenariato europeo per l’innovazione: “produttività e sostenibilità dell’agricoltura” Focus Area 2A – Progetto “Nuovi genotipi per la frutticoltura e l’orticoltura sostenibile”

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Autore : Bruno Campion, CREA - Centro di Ricerca per Genomica e Bioinformatica Montanaso Lombardo (Lodi) - Vanni Tisselli, Centro Ricerche Produzioni Vegetali di Cesena.

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