Voglia di dazi e di dogane

Voglia di dazi e di dogane

Il dibattito economico sui criteri per impostare la politica di bilancio per la correzione relativa al resto dell’anno in corso (la cosiddetta manovrina) e per il documento di programmazione di quello successivo (DEF) è stato debole. Forse perché sono poche le notizie nella fase preparatoria o perché fra queste prevalgono, spesso, intenzioni e ipotesi mentre risalta la mancanza di un coerente disegno di politica economica oltre l’episodicità di molte misure.

Tuttavia si possono cogliere nell’aria le tendenze che si diffondono e influenzano i comportamenti della politica. Fra queste, sia in ambito economico generale, sia in quello più contenuto dell’agricoltura sia, infine, fra la gente alle prese con un’economia che ristagna, sembra farsi strada la propensione verso politiche di tipo protezionistico. Ve ne è traccia nelle richieste che comparti produttivi e categorie avanzano con crescente insistenza e nel tentativo di formare un movimento politico per il recupero di sovranità.
Un ritorno al protezionismo, dopo oltre mezzo secolo di prevalenza di liberalizzazione dei mercati e di riduzione di ogni tipo di barriera, non deve sorprendere. Il pendolo della storia in questo campo ha compiuto numerose oscillazioni in una direzione o in quella opposta, anche se nel lungo termine sembra prevalere l’impulso alla liberalizzazione. Uniche eccezioni, comprensibilmente, i grandi conflitti, le catastrofi di proporzioni immani o eventi della stessa tragica grandezza. Non è questo il caso, mentre emerge l’incapacità di trovare risposte razionali al problema della ripresa economica senza intaccare le situazioni esistenti di benessere, di welfare, di meccanismi sociali e politici consolidati…
The Luxembourg Gardens - Henri Matisse
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Autore : Dario Casati, Georgofili INFO

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