Venerdì culturali 13° Ciclo

VENERDÌ CULTURALI
FIDAF – SIGEA – ARDAF – Ordine Dottori Agronomi e Forestali di Roma
PROGRAMMA, AUTUNNO 2017, 13° CICLO
Con il Patrocinio di

Inizierà il prossimo 6 ottobre il tredicesimo ciclo di incontri di cultura, organizzati da FIDAF – Federazione Italiana Dottori in scienze Agrarie e Forestali, SIGEA – Società Italiana di Geologia Ambientale, ARDAF – Associazione Romana Dottori in Agraria e Forestali e Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Roma.
Saranno trattati argomenti che riguarderanno: Storia, Arte, Ambiente, Energia, Agroalimentare, Economia, Sviluppo sostenibile, Scuola, Formazione, Ricerca e Innovazione tecnologica. Gli incontri si svolgeranno, nella sede della FIDAF in via Livenza, 6 (traversa di Via Po) Roma, dal 6 ottobre al 15 dicembre 2017, il venerdì, dalle ore 17.00 alle 19.00.
Uno o più relatori presenteranno un argomento di elevato interesse generale, mentre il pubblico presente potrà partecipare attivamente alla discussione mediante domande al relatore e/o proponendo spunti di riflessione. I Relatori e i temi da trattare saranno presentati da Luigi Rossi, Andrea Sonnino, Giuseppe Gisotti, Nicola Colonna, Mauro Uniformi, Presidenti delle rispettive Associazioni.

Aderiscono ai Venerdì Culturali CONFPROFESSIONI e l’Associazione I SETTE.

DATA RELATORE TITOLO
06/10/2017 Enrico Malizia e Maria Grazia Chiappori L’Anticristo: storia, significato e raffigurazioni artistiche corredato da 12 importanti immagini pittoriche
13/10/2017 Cesare Manetti Il pane: una visione multidisciplinare
20/10/2017 Piero Di Porto, Sandro Taglienti, Luigi Lozzi Lo strano scimpanzé. Episodio 2: dai villaggi agli imperi
27/10/2017 Alessandro Bozzini Africa: Ieri, Oggi e Domani
10/11/2017 Laura Rossi Falsi miti della nutrizione
17/11/2017 Roberto Petrucci I servizi veterinari e l’azione di controllo e supporto nel settore agroalimentare
24/11/2017 Nicola Colonna Pane, acqua ed energia: una storia millenaria
01/12/2017 Nicola Santoro Puglia: un mosaico di paesaggi, agricoltura e gastronomia
15/12/2017 Giuseppe Gisotti I sistemi terrazzati: da strumenti per migliorare le rese agricole a espressione di paesaggio multifunzionale

Programmi dei precedenti cicli

06/10/2017
Enrico Malizia

E’ clinico e tossicologo, professore emerito dell’Università la Sapienza di Roma e Philadelphia, ha fondato e diretto il Centro Antiveleni di Roma, ha ricevuto la Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica e dal Ministero della Sanità, oltre a 3 lauree “honoris causa”, è anche un umanista appassionato, che nel corso degli anni ha dedicato studi e saggi a temi molto vari, attività che, di tutto diritto, lo rendono una figura di intellettuale d’altri tempi, a 360 gradi.

Maria Grazia Chiappori
Allieva di Mario Bussagli, è specializzata in Archeologia Orientale e docente di Storia dell’arte. Autrice di numerosi libri e saggi dedicati ai rapporti culturali tra Oriente ed Occidente nonché a diversi fenomeni artistici, si è avvicinata all’universo fantastico di Bosch molti anni orsono, in occasione di uno studio sulla religiosità iranica e sull’iconografia dei magi evangelici.

L’Anticristo: storia, significato e raffigurazioni artistiche corredato da 12 importanti immagini pittoriche
L’Anticristo – il nemico di Cristo – termine usato per la prima  e seconda lettera di San Giovanni, stravolgerà il mondo per 1280 giorni nefandi (secondo le profezie di Daniele) per essere ucciso per volere divino, annunciando così l’avvento di Cristo Giudice, del Giudizio Universale e della fine del mondo: la sua figura è simboleggiata “dall’immondo animale che viene dal mare” dell’Apocalisse di Giovanni e ribadito dal “nemico” del Vangelo di San Matteo e dalla lettera di Paolo ai Tessalonicesi, nonché da Sant’Agostino della “de Civitate Dei” e da S. Gregorio Magno che accanto all’Anticristo finale descritto da Giovanni, chiama Anticristi minori transitori i nemici della Chiesa che via via si manifestano. Fin qui la storia e il resto leggende più o meno fantasiose; le 2 più importanti e valide verranno narrate e illustrate dal meraviglioso affresco del Signorelli nella Cappella di San Brizio del Duomo di Orvieto e dall’Epifania del Prado di Bosch alle quali si aggiunge lo splendido Giudizio Universale musivo della Retrofacciata della Cattedrale dell’Assunta di Torcello. Molto importante è l’attribuzione di Anticristo a personaggi nemici della Fede, da Maometto a Federico II, da Savonarola a Alessandro VI, a Cesare Borgia, a Leone X, giù giù fino a Nostradamus che, in due quartine, riporta tre profezie riguardanti l’Anticristo: la prima è stata attribuita a Napoleone Bonaparte, la seconda ad Adolf Hitler, la terza ancora in essere, recita che l’Anticristo verrà dall’Oriente e distruggerà la Santa Sede. L’interpretazione protestante da Lutero in giù ha coinvolto i Papi, condivisa, quando i Pontefici erano motivo di scandalo, da Santi Vescovi e Ecclesiasti. Oggi quest’attribuzione non è più usata per i comportamenti irreprensibili dei nostri Papi. Il pensiero cristiano teologico è diviso tra conservatori che rispettano alla lettera la storia come depositum fidei e moderni che reputano l’Anticristo una essenza simbolica, che copre i giorni nefandi, annunciatori della risurrezione del Cristo, Giudizio e fine del Mondo. “Il tutto corredato da una splendida documentazione iconografica che verrà illustrata".

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13/10/2017
Cesare Manetti

È docente di Chimica Fisica del Dipartimento di Biologia Ambienale dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Presidente del Consiglio di Area Didattica di Scienze Biotecnologiche a Agroalimentari del’Ateneo.

Il pane: una visione multidisciplinare
Nel corso dell’intervento verrà presentato il libro curato dal Prof. Manetti e dal Prof. Fabrizio Rufo "Bread: an interdisciplinary perspective" edito da Sapienza Università Editrice, alla presenza di alcuni degli autori dei contributi in esso contenuti (http://www.editricesapienza.it/node/7509 download gratuito).
La conferenza sarà occasione per presentare il progetto che ha portato alla Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentari della Sapienza (ora Interateneo con l’Università della Tuscia), che esprime nel percorso formativo la medesima visione multidisciplinare.

 

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20/10/2017
Piero Di Porto

Ex Ricercatore dell’ENEA è stato Addetto Scientifico presso il Consolato Generale di San Francisco e l’Ambasciata d’Italia  a Washington, e successivamente membro del Gruppo dei Rappresentanti di Alto Livello dell’Iniziativa Pan-Europea EUREKA. Fa parte dell’Associazione I SETTE.

Sandro Taglienti
Ha lavorato in ENEA (Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente), svolgendo attività di ricerca e trasferimento tecnologico in Italia e all’estero. Ha ricoperto ruoli direttivi nei settori dell’informatica e delle comunicazioni, della robotica, dei materiali, dei laser e degli acceleratori di particelle. Attualmente è in pensione e si interessa di divulgazione scientifica. Fa parte dell’Associazione I SETTE.

Luigi Lozzi
Appassionato di Irlanda (Mary Black, la Guinness, Gente di Dublino), Cinema (Sam Peckinpah, John Huston, Sergio Leone, Alfred Hitchcock, Warren Oates, Amarcord, Face/Off, The Commitments) e Musica (Nina Simone, Van Morrison, Otis Redding, Omara Portuondo), con due figli splendidi ed una moglie paziente, Luigi nella vita lavorativa ha fatto l’informatico mentre in quella privata si è speso come giornalista di fatti di Cinema & Musica e si è adoperato per divulgare la conoscenza e la passione per il Cinema nelle biblioteche, nei centri anziani e, soprattutto, nelle scuole (sul tema “Educazione alla corretta visione di un film”), ritenendo che il maggiore rischio che si corra oggi, con le nuove generazioni, sia di veder scivolare nell’oblio un’arte raffinata, la “più incisiva del XX° secolo”, com’è la ‘Settima Arte’. A chi gli chiede “Come stai?”, ama rispondere sarcasticamente: “Benino, ma senza esagerare!”.

Lo strano scimpanzé. Episodio 2: dai villaggi agli imperi
Dopo il “grande balzo in avanti” verificatosi intorno a 70.000 a.f., un’altra rivoluzione attende l’homo sapiens: intorno a 12.000 a.f., in alcune aree del pianeta nasce l’agricoltura. Contemporaneamente a questo evento nella vita dei nostri progenitori si verificano  numerosi radicali cambiamenti, connessi tra loro da complesse e da relazioni di causa-effetto che ancora oggi sono oggetto di dispute tra gli antropologi. Si formano aggregati umani sempre più grandi e articolati; emergono  le classi sociali; nascono i mestieri e con essi il mercato e la moneta; cambia il rapporto dell’uomo con la natura, non più vista come sede di una attività psichica cosciente; nasce la figura del dio, entità metafisica accessibile soltanto per il tramite di esseri umani dotati di speciali sensibilità. Caratteristica di questi cambiamenti è la brevità del tempo con cui si verificano: si passa da una scala temporale di milioni di anni ad alcune migliaia. L’homo sapiens, nato cacciatore, ma sostanzialmente saprofago, e raccoglitore, ma soltanto di ciò che altre specie più forti tralasciavano, in un batter d’occhio prende possesso della Terra e sottomette al proprio potere tutte le specie a lui utili.
Per tentar di capire come e perché tutto ciò sia avvenuto altri aspetti richiedono un  approfondimento:

  1. la struttura della famiglia,
  2. la supremazia del maschio,
  3. i perché della guerra.

Pensando al nostro possibile futuro dobbiamo infine porci due interrogativi.

  1. Come mai imperi vasti e potenti, che hanno lasciato testimonianze di grande civiltà, sono velocemente scomparsi?
  2. Come è possibile che oggi Paesi ricchi di risorse naturali e in alcuni casi anche in condizioni di buon equilibrio politico abbiano un tenore di vita estremamente più basso di altri, apparentemente molto meno privilegiati?

La storia passata può essere una saggia consigliera.

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27/10/2017
Alessandro Bozzini

Laureato in Agraria a Pisa, Scuola Superiore per  Scienze applicate S. Anna (1956). 
Assistente Istituti di Botanica e di Agronomia, Università di Pisa (1957-58).
Specializzazione: Genetics and Plant Breeding, Università del Minnesota (USA)(1958-59).
Ricercatore del CNEN, Lab. Agricoltura (dal 1960). Libera Docenza Genetica generale (1967).
Docente Fisiologia vegetale (1967) e di Genetica (1968-75) nella Facoltà di Scienze Biologiche, Univ. di Siena).  Docente di Citogenetica Univ. di Lund (Svezia) (1972-73).
Direttore del Laboratorio Applicazioni Nucleari in Agricoltura del CNEN  (1969-72)
Direttore della Divisione Ricerche in Agricoltura del CNEN (1972-75).
Direttore Servizio Produzione vegetale, Pascoli, Sementi,  Agrometeorologia di FAO, Roma (1975-85).
Rappresentante Regionale per l’Europa della FAO (1985-91).
Assistente del Direttore Generale dell’ENEA (1991-1993).
Direttore della Divisione Biotecnologie ed Agricoltura dell’ENEA (1993-1999).
2000-2016. Consulente di FAO, UNIDO, MIUR, MIPAAF e di varie Organizzazioni di ricerca e sviluppo internazionali, governative e private italiane ed estere. Già Membro dei Consigli Scientifici del CIMMYT, ICRISAT, dell’Istituto Agronomico Mediterraneo e  Consiglio dei Dipartimenti del CRA.
Attività di ricerca in Genetica, Citogenetica, Mutagenesi, Miglioramento genetico. Attività di sviluppo agricolo e rurale, di assistenza tecnica a Paesi emergenti e sviluppati.   Pubblicati 342 lavori e 3 libri su Ricerca, Sviluppo e Politica agraria.  Lingue conosciute: Inglese, Francese, Spagnolo.

Africa: Ieri, Oggi e Domani
Viene riassunta la storia dell’ Africa, nell’ultimo millennio, con particolare riferimento alla parte del continente a sud del Sahara, per quanto riguarda la conoscenza delle condizioni ambientali locali, della presenza umana e della sua evoluzione avvenuta in tale periodo. Solo da 3-4 secoli il “Continente nero”, a sud del Sahara, è stato esplorato dagli europei, che hanno rilevato come la natura avesse la predominanza sull’uomo locale, quasi sempre nomade. La colonizzazione delle potenze coloniali è avvenuta specie per lo sfruttamento di risorse locali non più esistenti nel vecchio mondo, con le popolazioni locali, scarse, ma molto diversificate, che vivevano di caccia e di pastorizia, ma solo nelle aree semiaride in cui non esistevano malattie letali per animali domesticati in Europa ed Asia. Solo in poche aree erano coltivate piante alimentari e nessun animale locale era stato domesticato per il lavoro ed i trasporti. Popolazioni delle coste atlantiche vennero poi usate per la schiavitù, specie per le colonie Americane. Gli attuali Paesi africani risultano da un accordo tra i Paesi europei che si sono spartiti i territori africani senza tener conto delle popolazioni locali, avvenuto solo 2 secoli fa, con conseguenze ancor oggi presenti nel continente. Sono poi illustrati i problemi non ancora risolti ed il difficile futuro che attende i popoli di tale continente, ma che certamente coinvolgeranno anche l’Europa.

PRESENTAZIONI

 

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10/11/2017
Laura Rossi

Laurea in Scienze Biologiche, Dottorato in Auxologia e Fisiopatologia della Crescita, Specializzazione in Scienza della Alimentazione. Ricercatore del Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (CREA-AN). Il principale campo di interesse è quello della salute pubblica e della nutrizione di comunità. Sono stati studiati alcuni fattori ambientali che determinano lo stato nutrizionale in situazioni di povertà e scarso accesso alle strutture sanitarie. In una serie di studi sul campo, in Paesi in Via di Sviluppo (Guinea, Costa D’Avorio, Zimbabwe), in economie di transizione (Armenia, Serbia, Macedonia, Tajikistan), o in situazioni di emergenza (Ingushetia, Kosovo, Algeria, Congo, Burundi, Darfur, Myanmar) sono stati determinati alcuni indicatori dello stato nutrizionale, nell’ambito di progetti di sorveglianza nutrizionale. Sono stati valutati gli effetti delle disponibilità alimentari, dei programmi di aiuto alimentare e di interventi sul sistema sanitario. In parallelo sono state effettuate attività di sorveglianza nutrizionale in Italia per la prevenzione della obesità infantile. Sono stati impostati e seguiti trial clinici di intervento per la valutazione degli effetti dell’ingestione di specifici alimenti sul profilo di rischio per malattie croniche. Intensa attività istituzionale per la preparazione dei documenti di consenso su nutrizione e salute pubblica. Componente del comitato di coordinamento della commissione di revisione dei LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati di Energia e Nutrienti per la Popolazione Italiana) e Membro del comitato di coordinamento per la revisione delle Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana con il coordinamento dei 13 gruppi per la revisione degli argomenti principali delle Linee Guida. Curatore del dossier scientifico. Technical Italian Focal point (FAO) per la preparazione dell’INC+21 (International Conference on Nutrition 21 years later) con designazione ufficiale del Ministero della Agricoltura. In ambito FAO, consulente governativo per la componente nutrizione del Comitato Sicurezza Alimentare. Coordinamento di progetti complessi. Gestione, scientifica e amministrativa, di progetti nazionali aventi l’obiettivo di promuovere le buone pratiche in ambito della salute pubblica in nutrizione. In questi progetti è stata gestita la comunicazione con i partner. Rapporti con l’Ente Finanziatore. Stesura dei rapporti di attività intermedi e finali. Pubblicazione di lavori originali, volumi, testi divulgativi, rapporti tecnico-scientifici. Partecipazione in qualità di relatore a numerosi convegni nazionali e internazionali. Attività di divulgazione scientifica su stampa, radio e televisione.

I falsi miti legati alla alimentazione e la distorsione della informazione sulla nutrizione
Nonostante la ricerca in nutrizione studi da anni quello che mangiamo (e la chimica che ne sta alla base) e i consumatori siamo sempre più informati sulla nutrizione, i falsi miti dell’alimentazione sono ancora molto diffusi. Una corretta alimentazione passa prima di tutto dalla consapevolezza. Quando si parla di alimentazione corretta, ancora oggi, nelle persone esiste molta confusione. Le ricerche danno più tesi contrapposte che risposte definitive e ogni sorta di teoria, anche la più assurda, si propaga rapidamente via Internet. In questa situazione occorre ancorarsi saldamente a pochi principi base e non badare al costante rumore di fondo che spesso ci porta nella direzione sbagliata. In questa presentazione verranno trattati i cosiddetti “falsi miti” sull’alimentazione e sulla nutrizione, quelle particolari credenze e affermazioni che si diffondono e si radicano nella mente e che, spesso, sono solo miti da sfatare. Quello che bisognerebbe fare per evitare la distorsione della informazione in nutrizione è riassumibile in pochi semplici punti:

  • Leggere attentamente: il progresso scientifico necessita di tempo per ottenere risultati convincenti. Attenzione quindi ai termini “scoperta scientifica” oppure “miracolo” in quanto anche una scoperta apparentemente plausibile ha bisogno di tempo per essere confermata.
  • Ricercare la “versione integrale” della storia: i report che si possono vedere in tv o leggere sui giornali sono troppo brevi per includere tutti i dettagli di un argomento;
  • Non affidarsi a soluzioni troppo facili: la scienza della alimentazione è una cosa seria che non può trovare soluzioni “magiche” né tantomeno pozioni miracolose.
  • La strategia migliore per la prevenzione di malattie complesse va quindi cercata in uno stile di vita complessivo e non in un solo alimento.
  • Naturale non vuole sempre dire buono, ci sono innumerevoli prodotti ‘naturali’ tossici e pericolosi.
  • Affidarsi a fonti istituzionali e riconosciute: prima di intraprendere dei cambiamenti drastici è sempre raccomandabile consultare degli specialisti che siano in grado di dare pareri basati sulla validità scientifica.
  • Mantenere un sano scetticismo: non è necessario screditare o diffidare di ogni articolo o report che leggiamo o vediamo, ma è sufficiente utilizzare il buonsenso.  Probabilmente se una soluzione suona troppo facile e comoda per essere vera, probabilmente non lo sarà.

Verranno trattati i falsi miti più comuni in nutrizione, come quelli legati alle diete dimagranti, alla carne, all’acqua, ai legumi e allo zucchero.

 

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17/11/2017
Roberto Petrucci

Laureato in Medicina Veterinaria presso l’Università degli studi di Pisa e specializzato in Ispezione degli alimenti di origine animale presso l’Università di Napoli, opera come dipendente della ASL FR con incarico di Responsabile di S.S. di Area B del Distretto di Frosinone. È componente dell’Albo Regionale degli Auditor per i controlli espletati – ai sensi del Regolamento (CE) n. 882/2004 – dall’Autorità Competente Regionale in materia di Sanità Pubblica Veterinaria e Professore a contratto presso l’Università La Sapienza di Roma, al Corso di laurea in Tecniche della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro, seguendo l’insegnamento di Ispezione degli alimenti di origine animale.

I servizi veterinari e l’azione di controllo e supporto nel settore agroalimentare
In Italia, il decreto legislativo 6 novembre 2007 n. 193, individua le Autorità Competenti ad effettuare controlli in materia di sicurezza alimentare nel Ministero della Salute, Regioni e Province Autonome e le Aziende Sanitarie Locali. Il Medico Veterinario è rappresentato in ognuna di queste strutture e svolge un ruolo che copre l’intera filiera dall’alimentazione destinata agli animali fino al controllo degli alimenti di origine animale destinati al consumo umano. Il Veterinario Igienista, competente sull’igiene dei prodotti di origine animale destinati al consumatore, svolge un ruolo di supervisore e controllore dei processi produttivi secondo il mandato e gli obiettivi dettati dalla normativa comunitaria, attualmente in fase di revisione. Ad essi si aggiungono, in Italia, le incombenze dovute alle norme di tipo amministrativo e penale che connotano la figura del veterinario come pubblico ufficiale nonché ufficiale di polizia giudiziaria. L’incontro sarà finalizzato a illustrare gli elementi alla base dell’attività del Veterinario pubblico Igienista appartenente all’area di Ispezione degli alimenti di origine animale.

PRESENTAZIONI

 

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24/11/2017
Nicola Colonna

Agronomo di formazione, dopo un dottorato presso la Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento S’Anna di Pisa, entra in ENEA nel 1993 dove si occupa di temi legati alla relazione tra Agricoltura, Ambiente ed Energia, sia in ambito nazionale che internazionale con una specializzazione presso la LEAD international foundation nel 99.
Negli anni, oltre ad occuparsi di Valutazione di impatto ambientale e analisi di sostenibilità delle filiere di produzione agricola, pone la sua attenzione
sulla produzione, gli usi ed i consumi di energia in agricoltura e nell’industria alimentare ed i relativi impatti. Primo ricercatore dal 2010, attualmente ricopre l’incarico di Responsabile del Laboratorio Sostenibilità, Qualità e Sicurezza delle produzioni agroalimentari e coordina progetti di ricerca nazionali ed europei sull’innovazione per la sostenibilità per aumentare la competitività delle imprese e delle filiere agricole. Membro dell’ARDAF e della FIDAF dal 2000.

Pane, acqua ed energia: una storia millenaria
La storia dell’uomo per come noi la conosciamo è indissolubilmente legata alla produzione, raccolta, preparazione e cottura del cibo. Per noi mediterranei il cibo simbolo per antonomasia è il pane e questo è legato all’acqua per impastare la farina ed al fuoco per cuocerlo e questi tre elementi: acqua, energia, cibo sono molto più intrecciati di quello che si possa pensare.
L’incontro vuole approfondire gli aspetti meno conosciuti di questa relazione, serve l’acqua per coltivare il frumento, energia per produrre farina e acqua per impastarla ma serve energia per approvvigionare l’acqua ed acqua per produrre energia. Ripensare il pane e più in generale la nostra dieta conoscendone l’interdipendenza da due elementi fondamentali come acqua ed energia vuol dire riconoscere il valore del cibo e della complessa filiera che lo porta sulle nostre tavole. La sostenibilità del cibo si misura attraverso l’energia che in esso è contenuta cosi come dell’acqua e di tutte le risorse necessarie per produrlo. Oggi di fronte alle sfide globali dobbiamo ripensare il nostro modo di produrre e consumare il cibo ed il primo passo è esserne consapevoli.

PRESENTAZIONI

 

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01/12/2017
Nicola Santoro

Nicola Santoro, di origini pugliesi, vive a Roma da circa cinquant’anni. Il suo trasferimento avvenne quando – negli anni difficili del dopoguerra, ricchi di radicali trasformazioni e innovazioni del “settore primario” – giovanissimo Direttore della Unione Agricoltori di Foggia fu chiamato dall’allora presidente Alfredo Diana a dirigere il Servizio Organizzativo della Confagricoltura. Successivamente fu designato per la Vice Direzione Generale della FederConsorzi; progetto vanificato dalle vicende – commissariamento e liquidazione della Federazione – che portarono all’impiego di Santoro per il rilancio del FATA Assicurazioni e, negli ultimi anni, fino al pensionamento, alla gestione – quale Direttore generale – della Finanziaria Feditinvest. Attualmente è presidente dei Collegi Sindacali e Consulente di Società di rilievo non ordinario.

Puglia: un mosaico di paesaggi, agricoltura e gastronomia
Puglia o Puglie? con riferimento a una realtà che in effetti ha caratteristiche ambientali, culturali, agrarie, eno-gastronomiche molto variegate. Il Gargano – autentico emporio di bellezze naturali – ha poco in comune con la sconfinata pianura del Tavoliere; il Sub-appennino Dauno si differenzia nettamente dalla riarsa Murgia; le sabbiose spiagge e gli arenili che da Manfredonia arrivano a Bari fanno netto contrasto con le scogliere salentine. I dialetti, i costumi, le tradizioni gastronomiche – ancor più che paesaggio e agricoltura – giustificano il plurale quando si parla della Puglia. In Capitanata lingua e tradizione risentono dei secolari rapporti con Napoli, mentre la sua sapida cucina – orecchiette, troccoli, erbe spontanee, agnello – è il portato di un’agricoltura contadina e di millenari rapporti con l’Abruzzo e il Molise, per la transumanza delle pecore. A Bari e nel Salento pesce, verdure crude, minestre di fave e cicoria, latticini dal sapore antico caratterizzano una cucina altrettanto schietta e genuina combinata con vini di qualità. Anche l’agricoltura di questa regione non costituisce un “unicum” : le colture orticole che da Bari a Lecce si integrano con olivi secolari formano un paesaggio che non si riscontra in altre zone; così come è difficile immaginare in altre contrade della regione i vigneti di San Severo, gli agrumeti del Gargano, i pascoli della Murgia, i frutteti che fanno da cerniera tra le province di Foggia e Bari, le distese di grano duro che dal Fortore all’Ofanto vedono i loro antichi spazi contesi dalla barbabietola, dal girasole da colture ortive rese possibili dalla irrigazione, sebbene non consolidate a causa delle difficoltà di collocamento dei prodotti.

Per maggiori informazioni: http://www.fidaf.it/index.php/puglia-un-mosaico-di-paesaggi-agricoltura-e-gastronomia/

PRESENTAZIONI

 

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15/12/2017
Giuseppe Gisotti

Geologo e forestale, è stato funzionario del Corpo Forestale dello Stato e poi dirigente del Servizio Geologico d’Italia. E’ stato membro della Commissione VIA del Ministero dell’ambiente, docente di scienza del suolo e di geografia dell’ambiente e del paesaggio. Ha rappresentato il Governo nelle delegazioni ambientali presso l’OCSE e la UE,  e il Servizio Geologico in Eurogeosurveys. E’ consulente tecnico per Pubbliche Amministrazioni e per la Magistratura. E’ autore di volumi inerenti la scienza del suolo, la valutazione d’impatto ambientale, il dissesto idrogeologico, la valutazione del paesaggio, la geoarcheologia. Studioso di interazioni tra l’attività umana e l’ambiente, è considerato un antesignano della materia. E’ presidente onorario della  SIGEA Società Italiana di Geologia Ambientale.

I sistemi terrazzati: da strumenti per migliorare le rese agricole a  espressione di paesaggio multifunzionale
I terrazzamenti costituiscono un sistema tipico dei terreni in pendio, in particolare collinari, e hanno la funzione di trattenere il suolo e l’acqua allo scopo di permettere le colture agrarie; hanno quindi lo scopo di difendere il suolo dall’erosione idrica, spesso di effettuare lo spietramento e infine creano il paesaggio terrazzato, che caratterizza tante colline italiane. Ma questi sistemi terrazzati non sono una peculiarità italiana, in quanto sono diffusi in tutto il mondo , laddove terreni in pendio e quindi poco produttivi sono stati  migliorati agronomicamente, resi produttivi. Il paesaggio terrazzato mostra anche caratteri di  estetica,  si  configura quale corale (inconsapevole?) “opera d’arte” scaturita  dalla fatica e dalla tenacia di molte generazioni, sintesi felicissima di Natura, Storia e Cultura, patrimonio prezioso del quale portiamo l’alta responsabilità della trasmissione al futuro. Chi realizzava i terrazzamenti lo faceva per un fine prosaico: con un semplice muro di sostegno voleva ridurre l’erosione  del suolo, estendere la superficie coltivabile o destinata al pascolo,  accumulare acqua nel suolo: voleva solo sbarcare il lunario, non voleva abbellire il panorama.  Con queste operazioni continue nel tempo, queste genti infaticabili hanno costruito, talora nel corso dei secoli,  alcuni tipici paesaggi italiani e non solo. Che hanno contribuito ad accrescere i beni culturali del nostro Paese; da loro abbiamo ereditato un patrimonio culturale (cultural heritage), che come tutti i patrimoni, se ben gestito, può aiutarci economicamente; e forse regalarci un benessere spirituale (per quelli che ne sanno godere). In questi ultimi tempi si sta affermando in Europa il concetto di paesaggio multifunzionale, ossia  si concorda nella constatazione che il paesaggio è l’espressione di vari aspetti, produttivo, estetico,  turistico- economico , compreso l’aspetto geomorfologico e di difesa del suolo. Le prospettive per uno  futuro sostenibile per i paesaggi storici culturali europei si basano sulla domanda della società civile per la multifunzionalità:  la disponibilità degli agricoltori a soddisfare questa domanda  risiede nella economicità  del mantenimento dei terrazzamenti, che deve essere sostenuto sotto gli aspetti legislativi ed economici  dai poteri  europei, nazionali e locali. Il ruolo degli addetti ai lavori è quello della integrazione delle diverse discipline. In conclusione non sono mancate, né mancano negli ultimi tempi,  azioni positivamente messe in campo nell’unica direzione idonea a consentire la sopravvivenza di un paesaggio di questo tipo: quella cioè di sostenere le forme tradizionali di coltura – specie vitivinicola -, i suoi operatori e la loro realtà economica: presupposto imprescindibile per assicurare la manutenzione dei terrazzamenti ed il permanere dello straordinario paesaggio che essi generano (oltre alla stabilità dei versanti ed il contenimento del dissesto idrogeologico). In questa battaglia  gli obiettivi comuni sono: produzione agricola-forestale   e allevamento (agronomi e forestali), difesa del suolo (geologi e ingegneri) paesaggio (paesaggisti).
Nel solco di tale consapevolezza, è auspicabile una azione comune che favorisca l’integrazione e la sinergia tra le varie forze in campo, proponendo nuove iniziative per la conservazione di tali beni.

PRESENTAZIONI

 

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PROGRAMMI DEI PRECEDENTI CICLI

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