Sostenibilità, “senza rimpianti 1”

Presentazione della rubrica#

Riflettendo sulla sostenibilità in generale, e sulla sostenibilità del sistema agroalimentare mondiale in particolare, mi è venuto da sperare che un io collettivo possa dire tra venti o trenta anni: abbiamo pochi rimpianti perché abbiamo fatto ciò che dovevamo fare. Frank Sinatra cantava in “My way”, la sua canzone forse più celebre: “Regrets, I’ve had a few” [Di rimpianti ne ho avuti pochi] e spiegava anche perché: “I did what I had to do” [Ho fatto quello che dovevo fare].

Non c’è dubbio infatti che, se vogliamo consegnare ai nostri figli un patrimonio di risorse naturali almeno pari a quello che abbiamo ricevuto dai nostri genitori, se non vogliamo cioè avere rimpianti futuri, dobbiamo fare quello che dobbiamo fare adesso, non possiamo rimandare ad un futuro ancorché prossimo azioni individuali e collettive su tutti i livelli: politico, sociale, economico, finanziario, culturale, scientifico e tecnico. Certo sono necessarie grandi azioni, a livello globale, ma anche piccoli atti possono fare grandi differenze. Queste noterelle, che saranno pubblicate periodicamente da Agriculture, si propongono di offrire degli spunti di riflessione sulla sostenibilità, magari di aprire discussioni per condividere opinioni e proposte. La canzone di Frank Sinatra continua: “I planned each charted course, each careful step along the byway” [Ho programmato ogni percorso, ogni passo attento lungo la strada]. È quello che dobbiamo fare, dobbiamo trovare la nostra via alla sostenibilità, per poter dire tra qualche anno: “Non ! Rien de rien … Non ! Je ne regrette rien… “ [No, niente di niente…. no, non rimpiango niente…], come cantava Edith Piaf.

Andrea Sonnino

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Autore : Andrea Sonnino

3 pensieri su “Sostenibilità, “senza rimpianti 1”

  1. Penso si debba promuovere la sostenibilità nelle sue quattro componenti essenziali: ambientale, economica, sociale e istituzionale. Non solo la componente ambientale, ossia la capacità di mantenere nel tempo la qualità e la riproducibilità delle risorse naturali, salvaguardando e migliorando gli ecosistemi, la biodiversità e il paesaggio; fondamentale è la componente istituzionale. E’ cruciale gestire ordinariamente le istituzioni, sviluppare le necessarie forme di coordinamento e cooperazione interistituzionale. Pensiamo alle criticità legate alle Istituzioni in alcuni campi (Politica,Formazione, Giustizia, ecc..). Si deve puntare a promuovere la cultura istituzionale, da coltivarsi scrupolosamente – almeno quanto facciamo tecnicamente per le piante o gli animali che alleviamo – e che invece troppo spesso, ai vari livelli, è trascurata nel nostro Paese.

  2. Sostenibilità ISTITUZIONALE. Infatti! Solo l’efficacia delle istituzioni (Governance) può assicurare la gestione degli altri tre pilastri dello sviluppo sostenibile (Ambiente, Economia, Società).

  3. Se i processi di transizione verso la sostenibilità sono dominati da preoccupazioni ambientali astratte, senza uin’adeguata attenazione alle dimensioni sociale ed economica, hanno una scarsa probabilità di successo. La transizione verso la sostenibilità del sitema agroalimentare richiede politiche adeguate ed un aquadro legislativo che assicurino trasparenza, equità ed assegnino chiare responsabilità a tutti gli attori. In altre parole governance, come commentato da Capranica.

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