Pubblicati due rapporti sui futuri scenari dell’agroalimentare in Italia e nel Mediterraneo

Pubblicati due rapporti sui futuri scenari dell’agroalimentare in Italia e nel Mediterraneo

In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, sono stati resi  disponibili i due rapporti “Future Scenarios on the EuroMed Agrifood”, a cura del Segretario Italiano di PRIMA, e “Scenari e prospettive delle imprese agroalimentari fra sostenibilità e innovazione”, a cura del Santa Chiara Lab – Università di Siena, promossi per comprendere le sfide, i trend e le priorità che caratterizzano il settore agroalimentare, nell’area euro-mediterranea e nel contesto nazionale. I due report sono il risultato di una indagine che ha coinvolto gli esperti della ricerca e dell’innovazione e di due dibattiti online promossi nella scorsa estate tra i rappresentanti delle principali istituzioni attive nel settore, aziende ed esperti. Pubblichiamo l’introduzione al secondo rapporto e i link per scaricare entrambe le pubblicazioni.

Introduzione

Le scene degli scaffali dei supermercati della grande distribuzione di gran parte dell’Europa vuoti e le lunghe file “a distanza di sicurezza” davanti ai negozi di generi alimentari durante i primi mesi del 2020 rimarranno per molto tempo nella nostra mente.
La prima crisi pandemica della contemporaneità dimostra quanto l’umanità è fragile interconnessa. Il Sars Cov-2 partito, probabilmente, da un piccolo wet market di una remota località della provincia cinese, in pochi mesi, con un effetto domino, ha messo in ginocchio l’umanità.

Oltre che sui sistemi sanitari e sulle relazioni umane, questa pandemia ha e avrà effetti importanti su tutto il sistema di produzione e consumo del cibo. I paesi occidentali hanno capito come i beni alimentari potrebbero non essere sempre accessibili e soprattutto che il cibo è qualcosa di più di una “moda” o un elemento di “costume”. Ci siamo resi conto che il legame tra quello che mangiamo, come viene prodotto, trasformato e consumato, è rilevante – lo era già da tempo – per la nostra salute e per la diffusione di possibili virus.

Il sistema Agrifood globale è diventato d’un tratto protagonista del dibattito politico ed è entrato nell’agenda di tutti i Governi. In un Paese a vocazione agricola come il nostro, questo dibattito è stato centrale e, come spesso accade nei momenti di crisi, sul tema del cibo si sono accumulati elementi e questioni strutturali non risolti da tempo del sistema agrifood italiano. Come ha detto la Ministra alle politiche agricole Teresa Bellanova durante l’evento digitale del 22 di luglio dove abbiamo presentato i dati oggetto del paper “L’Italia deve portare in Europa idee, proposte, un modello di distintività che è fatto di sostenibilità sociale, economica e ambientale. Sostenibilità che non può essere scissa dall’innovazione e dalla ricerca. Abbiamo bisogno di accompagnare la transizione ecologica di tutte le nostre imprese, senza lasciare fuori nessuno. La ricerca, lo sviluppo di soluzioni innovative devono mettere al centro le esigenze e le richieste delle aziende”. Tali novità ci obbligano, inevitabilmente e rivedere alcune nostre certezze e inducono produttori, trasformatori, distributori e operatori del settore agrifood a definire nuovi comportamenti, in linea con le nuove esigenze di sicurezza alimentare, nel senso di approvvigionamenti certi e a buon mercato per tutti i cittadini, e di qualità del cibo, valutata sempre di più non solo in termini organolettici e di valenze culturali, ma anche sulla base dei contenuti nutrizionali, dell’assenza di patogeni e contaminazioni, del trattamento degli animali e delle ridotte ricadute sull’ambiente.

Per affrontare tali questioni, il riferimento alla Dieta Mediterranea è sicuramente prezioso. I valori e i prodotti che la caratterizzano consentono, infatti, di disporre di cibo salubre, di provenienza affidabile e spesso ravvicinata, la cui produzione determina i minimi impatti ambientali possibili.

Il ruolo dei sistemi agroalimentari per le società europee è stato ribadito, proprio in questi mesi dall’European Green Deal e dalla strategia Farm to Fork (F2F), un complesso articolato per guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso delle persone e dell’ambiente. Il sistema Agrifood italiano del futuro dovrà affrontare delle trasformazioni profonde che non possono prescindere dal forte legame con i principi della sostenibilità e dell’innovazione, tecnologica ed organizzativa.

Su questo è impegnato il programma PRIMA che come ha ben sintetizzato Gaetano Manfredi, Ministro dell’Università e Ricerca “rappresenta un’iniziativa strategica per l’Italia in termini di diplomazia scientifica e una grande opportunità per i nostri ricercatori. Il Ministero ha giocato, fin dall’inizio, un ruolo da protagonista sostenendo l’iniziativa che vede per la prima volta un programma di ricerca dedicato specificamente al Mediterraneo, con ricadute concrete su un settore essenziale come l’agroalimentare.

La cooperazione scientifica, resa possibile attraverso questo tipo di programmi, va a sostegno della crescita inclusiva e del benessere della regione, realizzando quella diplomazia della ricerca preziosa per unire e creare ponti tra i Paesi”.

Con questo lavoro abbiamo cercato di capire come gli imprenditori e gli esperti del settore vedono il futuro del comparto con l’auspicio di poter contribuire a un dibattito quanto più ampio e articolato possibile.

Qui di seguito i link per il download:

Rapporto sul contesto italiano:

https://api.santachiaralab.unisi.it/api/v1/website/images/1602754928988_report_it_web.pdf

Rapporto sul contesto Mediterraneo:

http://www.primaitaly.it/wp-content/uploads/2020/10/Report-en-web-3.pdf

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Autore : Angelo Riccaboni - Presidente Santa Chiara Lab, Università di Siena

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