Si tende ad identificare con fatica la nascita della scienza e a non evidenziare il ruolo dell’Ellenismo, stemperandolo nella storia della Grecia Classica e di Roma. L’Ellenismo viene ancora percepito come un “periodo di decadenza” dopo la grandezza della civiltà greca.
Premessa
L’Ellenismo viene dunque quando non rimosso, sostanzialmente mistificato e reso episodico.
Archimede viene ricordato per fatti aneddotici: correva nudo per strada gridando Eureka, bruciava navi romane, immergeva gioielli e se stesso nell’acqua, disegnava distrattamente figure geometriche mentre lo uccidevano. Lo si ricorda così come un personaggio fuori dalla storia e non come uno scienziato di cui sono disponibili molti scritti e che ancora studiamo alle medie, quando impariamo il volume della sfera e all’università, quando fatichiamo nella meccanica.
Tutti conosciamo Euclide ed abbiamo studiato a scuola la Geometria Euclidea. Ma lo abbiamo avulso dalla storia. Più che di lui si parla della sua Geometria, come se ci fosse sempre stata. Chiedete quando è vissuto; ben pochi sapranno collocarne la nascita intorno al 320 a.c ad Alessandria, nonostante i suoi Elementi siano stati studiati con continuità dal 300 a.c. ad oggi.
Questa sottovalutazione e rimozione è in parte dovuta alla distruzione di molte delle fonti (distruzione della Biblioteca d’Alessandria, conquista romana..) ma soprattutto all’incapacità ed inadeguatezza dei posteri. Le fonti che sono state salvate, citate e tramandate erano quelle più comprensibili da culture, da quella romana in poi, prive di strumenti di conoscenza adeguati.
La Scienza
Anche a rischio di approssimazioni, per inquadrare storicamente l’Ellenismo e i suoi rapporti con la conoscenza scientifica è necessario abbozzare il concetto di Scienza.
La Scienza: un tentativo di definizione
Cosa non è:
Tentiamo quindi una definizione di lavoro di Scienza, che ci serve a individuarne la nascita:
Ci chiediamo adesso se sia esistita Scienza, nel senso descritto, nella Grecia Classica, se ci sia stato sviluppo di conoscenze e teorie ipotetico-deduttive o basate sul metodo sperimentale. Nonostante qualche raro episodio, la risposta è no. La Conoscenza Scientifica si affaccia e fiorisce solo nel successivo mondo ellenistico.
Negli scritti di Aristotele troviamo una precisa ragione dei limiti della scienza nella Grecia classica: Aristotele afferma che la schiavitù è connessa alla natura dell’uomo, è cioè un fenomeno naturale. E in effetti l’uso degli schiavi era largamente diffuso ad Atene ed in Grecia. La struttura “democratica” della società ateniese era riservata ai liberi, completamente esentati dalle attività e dai lavori manuali. Ciò spiega la mancanza del riscontro sperimentale e le speculazioni del tutto astratte alla base della ricerca della conoscenza. L’aristocratico distacco rispetto a qualunque attività manuale impedisce lo sviluppo del metodo sperimentale.
Per capirci, usiamo la Filosofia Naturale di Aristotele come esempio. A proposito del moto dei corpi egli afferma:
… se poi la forza A muoverà B nel tempo T secondo la lunghezza L, la metà di A non muoverà B nel tempo T secondo una parte della lunghezza L nella stessa proporzione … se fosse altrimenti un uomo solo muoverebbe una nave, qualora venissero numericamente divise la forza di quelli che la tirano a secco e la lunghezza secondo la quale tutti la muovono …
Aristotele non può né vuole stabilire principi ed usare il metodo deduttivo, né affidarsi a regole di corrispondenza ed al metodo sperimentale. Le forze, i tempi, le lunghezze non sono per lui concetti interni ad una teoria, ma oggetti concreti da sottoporre a speculazione filosofica.
Archimede confuta di fatto l’argomentazione di Aristotele (presumibilmente senza conoscerla) e lo fa in modo estremamente persuasivo e, diremmo, spettacolare, utilizzando la sua Teoria della Meccanica. Secondo quanto narrato da Plutarco, Archimede progettò un congegno con il quale un uomo solo (egli stesso o il sovrano Gerone) trasse in secco una nave, addirittura un trealberi a pieno carico, nel porto di Siracusa. La macchina era concepita per effettuare (sia che l’episodio sia vero o leggendario) quella divisione della forza che Aristotele giudicava filosoficamente impossibile!
L’Ellenismo
L’Ellenismo nasce con Alessandro Magno e il suo inizio viene fatto risalire alla sua morte, nel 322°a.c. ed alla successiva rapida disgregazione del suo impero. Si formano i regni autonomi:
La Scienza Ellenistica esplode nel III secolo a.c. ed è fondamentalmente Alessandrina. In gran parte ciò è dovuto (come sempre succede se la cosa pubblica si fa carico della ricerca e dell’innovazione, come non avviene nell’Italia dei giorni nostri!!) alle politiche dei Tolomei; altro fattore fu il fecondo contatto della cultura greca con la millenaria civiltà egizia.
La decadenza e la fine dell’Ellenismo
Nel 212 a.c. i Romani conquistarono e saccheggiarono Siracusa, ed uccisero Archimede; gli stati dell’ellenismo furono sconfitti uno dopo l’altro. Venute meno l’indipendenza e l’appoggio politico, gli studi scientifici decaddero molto rapidamente. L’attività di ricerca in Alessandria cessò drammaticamente negli anni 145 – 144 a.c. quando fu sterminata la classe dirigente greca. All’epoca in cui nel 30 a.c. l’Egitto fu definitivamente annesso a Roma, l’avventura scientifica del mondo alessandrino si era ormai esaurita da tempo: era ormai venuta meno non solo la capacità di fare nuova ricerca ma anche quella di capire i testi scientifici.
Alcune considerazioni su Roma.
Nel suo sviluppo imperialistico, Roma ha spesso conquistato e distrutto società di culture superiori senza la capacità e, soprattutto, la volontà di capirle e farle proprie. Grandi opere erano spesso realizzate da ingegneri greci e alessandrini, importati come schiavi, e i romani erano spesso disinteressati a tecniche costruttive avanzate.
Secondo Svetonio, Vespasiano rifiutò la realizzazione e l’istallazione di un paranco idraulico per non togliere lavoro al popolino di Roma.
Euclide e i matematici alessandrini già sapevano che le celle degli alveari sono esagonali perché l’esagono è il poligono che ottimizza gli spazi. Viceversa Plinio sostiene che le api producono esagoni perché hanno sei zampe!
Petronio racconta che a Tiberio si rivolse un artigiano che aveva prodotto un vetro infrangibile, sperando di avere una ricompensa. Tiberio si assicurò che nessun altro conoscesse il segreto e fece uccidere l’artigiano, perché non calasse il prezzo dell’oro.
Il confronto con il III secolo alessandrino è impietoso:
Un papiro egizio del III secolo contiene la lettera di un certo Philotas al re Tolomeo, proponendo l’uso di una macchina per sollevamento acqua di sua invenzione. Non conosciamo la risposta del re, ma i progressi documentati nel settore rendono improbabile che Philotas abbia fatto una brutta fine.
I Tolomei crearono ad Alessandria il Museo, il primo Istituto Pubblico di Ricerca che si conosca nella storia dell’umanità.
Nel Museo fu istituita la famosa Biblioteca: Tolomeo la riforniva acquistando libri in tutto il mondo conosciuto e imponendo alle navi che facevano scalo ad Alessandria di consegnare tutti i libri che avevano a bordo alla Biblioteca, ricevendone in cambio una copia. La Biblioteca giunse ad avere mezzo milione di libri.
In epoca tardo romana e, successivamente, bizantina c’è una parziale ripresa con Erone , il grande astronomo Tolomeo e Galeno, ma lentamente in Alessandria e nel mondo ellenistico la tendenza alla compilazione prevale su quella alla creazione ed innovazione. Si afferma l’opera di eruditi commentatori, tra cui Teone, autore tra l’altro di redazioni di opere di Euclide (Elementi ed Ottica). Il linciaggio della figlia Ipazia matematica ed erudita da parte degli integralisti cristiani (non è cambiata di molto la pericolosità delle religioni) segna la fine violenta della scienza antica e l’inizio dei secoli bui.