La gestione agronomica delle risorse idriche come strumento per la condivisione del bene più prezioso: l’acqua

La gestione agronomica delle risorse idriche come strumento per la condivisione del bene più prezioso: l’acqua

Il 71% della superficie terrestre è ricoperta di acqua. Essa rappresenta il principale elemento disponibile sul pianeta. Tuttavia l’acqua dolce rappresenta solo il 3% dell’acqua presente sulla terra e solo una minima parte di questa è idonea all’agricoltura. La risorsa idrica in agricoltura è il fattore più importante e limitante per lo sviluppo. I rapidi cambiamenti climatici in atto stanno privando vaste aree del pianeta di questa indispensabile risorsa, impoverendo le popolazioni e generando conflitti per il suo controllo. Si stima infatti che circa 4 miliardi di persone non riescono ad accedere all’acqua utile a soddisfare i fabbisogni minimi giornalieri. L’ Area Mediterranea è particolarmente interessata al fenomeno della desertificazione, non solo da un punto di vista ambientale, ma anche e soprattutto da un punto di vista sociale e geopolitico. Le ondate migratorie degli ultimi anni ci hanno mostrato scenari del tutto inaspettati ed al di sopra di ogni ragionevole aspettativa. Se dovessimo analizzare quali sono le motivazioni che hanno generato gli esodi di intere popolazioni, sicuramente emergeranno problematiche quali la povertà, i conflitti regionali, le persecuzioni delle minoranze. Quasi sempre le aree interessate a queste problematiche hanno in comune gli effetti del cambiamento climatico ovvero, la scarsità delle risorse indispensabili allo sviluppo quindi l’acqua ed il suolo fertile e di conseguenza la mancanza di cibo. I conflitti si aggravano quando la risorsa idrica è condivisa tra diversi stati. E’ il caso del Fiume Giordano, del Sistema Acquifero Guaranì in Sudamerica , ma il numero di conflitti è in grande crescita, tant’è che le Nazioni Unite hanno stilato una mappa mondialeglobale in grado di prevedere dove potrebbero sorgere conflitti legati alla carenza idrica.⃰

Senza acqua, senza cibo, senza salute, senza casa ed energia, nessun modello di sviluppo può essere praticabile. La risorsa idrica potabile rappresenta il primo presupposto per lo sviluppo. Ma perché l’acqua scarseggia? Le cause sono diverse come ad esempio l’utilizzo quasi esclusivo da parte delle multinazionali di circa il 75%, la mancanza di piogge per lunghi periodi, l’innalzamento delle temperature medie stagionali, l’uso insostenibile delle acque di irrigazione, la mancanza di infrastrutture, la mancanza di innovazione nel settore agricolo, uno scorretto utilizzo della risorsa idrica, l’impiego di colture intensive o che richiedono enormi volumi di acqua come, ad esempio, nel caso del cotone egiziano che utilizza più di 128.000 litri di acqua per ettaro al giorno: numeri spaventosi.

Il problema non è solo la mancanza di disponibilità della risorsa, ma anche la scarsa qualità di quella disponibile che ne rende impossibile l’utilizzo. La scorretta gestione delle risorse idriche in agricoltura ha causato il fenomeno della desertificazione del terreno, fenomeno che interessa anche molte aree del Sud Italia. Paradossalmente la causa della desertificazione è stata la stessa l’acqua utilizzata per l’irrigazione, con contenuti di sodio notevolmente superiori al limite massimo consentito e che dalla falda (spesso contaminata dall’acqua marina) è stato trasportato e depositato sulla superficie del terreno desertificandolo…

*https://www.waterpeacesecurity.org/map

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Autore : Pietro Minei, analista di Vision & Global Trends

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