La campagna romana si fa un selfie

La campagna romana si fa un selfie

Qual è oggi il rapporto fra città e campagna e quali i possibili sviluppi di una rete virtuosa, capace di creare connessioni fra il cibo la terra, passando per la città? La domanda se la sono posta due accademici che hanno dato vita, assieme a Slow Food Roma, al progetto Nut.Ro – Nutrire Roma, con l’idea di documentare cosa si perde con l’espansione urbana, spesso fagocitante per i territori agricoli, e soprattutto valorizzare quell’enorme territorio (l’area della campagna romana è una delle più vaste d’Italia) che è l’Agro romano.

Lo studio prevede lo sviluppo di una conoscenza fondata sulla mappatura dei prodotti della terra. “Il progetto prende spunto dal modello virtuoso di Nutrire Milano, un’iniziativa di Slow Food che anticipa i temi dell’Expo 2015 nella sua stessa cornice, e si appoggia, con l’intenzione di potenziarla, a una precedente esperienza, Legumen, che si serve di una piattaforma informatica creata in Africa per localizzare gli episodi di violenza in Kenya dopo le elezioni 2008, quando 45.000 cittadini formarono una rete di testimonianza utilizzando gli strumenti elettronici disponibili (Ushahidi che in swahili significa testimonianza)” raccontano Roberto D’Autilia (ricercatore all’Università di Roma Tre) e Claudio Arbib (professore all’Università de L’Aquila).

Ma la cosa più interessante è che la mappa verrà costruita e aggiornata da chi abita il territorio e coltiva quei prodotti agricoli, in modalità crowdsourcing. La cosa oltre a rappresentare una piattaforma aperta rafforzerà il senso di appartenenza ad un progetto comune. “Con l’aiuto del crowdsourcing, con la partecipazione dei piccoli produttori, ma anche di cittadini, turisti, co-produttori, studenti, istituzioni, che ogni giorno invieranno selfies dei prodotti e delle realtà presenti sul territorio, si racconta come e dove il cibo viene prodotto, consumato, le ragioni dei comportamenti delle persone e il senso del tempo e della terra. Una versione elettronica dei cartelli che sui bordi delle strade indicavano una fattoria o un piccolo produttore che vendeva vino, olio, frutta, ortaggi. Certamente chi si trova a passare in una zona di campagna potrà consultare la mappa Nut.Ro e sapere rapidamente cosa trovare nel raggio di pochi chilometri” proseguono i docenti.

Insomma la App prevede che ogni coltivatore, che ha un orto o realizzato un prodotto, lo possa fotografare con le relative coordinate geografiche, per poi inserirlo in un db. Per adesso il tutto si appoggia alla piattaforma Legumen, ma si prevede di renderla autonoma quando sarà sufficientemente popolata.

Autore : Redazione

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