Una sorta di Protocollo di Kyoto per il cibo, che sarà la vera eredità dell’Expo milanese

A Milano, in occasione di Expo 2015, ci sarà un confronto vero su alcuni nodi cruciali della sfida alimentare globale che ci accompagnerà per i prossimi anni. Un dibattito che culminerà nella Carta di Milano, una sorta di Protocollo di Kyoto dedicato al cibo che vuole essere:

– il documento che esprime la proposta dell’Italia sui temi dell’Esposizione Universale

– lo strumento per guidare il dibattito che si svolgerà nei prossimi mesi, e per tutte le iniziative che diventeranno eventi nel semestre dell’Expo (a partire dal Padiglione Italia)

– la dichiarazione conclusiva dell’Esposizione Universale, da consegnare al Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon quale atto di indirizzo internazionale e quale contributo alle riflessioni che saranno svolte in sede di discussione sui Millennium Goals a novembre 2015.

Per la prima volta, quindi, un’Esposizione universale propone una carta di responsabilità e impegni concreti e misurabili rivolta a cittadini, governi, istituzioni, associazioni e imprese. Il documento sarà sottoposto infatti anche alla firma dei visitatori dei padiglioni per responsabilizzare ciascuno su questioni come lo spreco alimentare, il diritto al cibo, la sicurezza dei prodotti, l’agricoltura sostenibile. Tutto questo in vista dell’aggiornamento degli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite, che proprio quest’anno saranno sostituiti dai nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, nel quale l’Italia ed Expo saranno protagonisti.

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